Oggi Papa Benedetto XVI compie 82 anni. Secondo i suoi piani avrebbe dovuto trovarsi nella natia Baviera, nella quiete dello studio e della preghiera. Ma il suo predecessore, all'epoca, non acconsentì mai al suo desiderio di tornare in patria.
Così oggi Joseph Ratzinger vive una seconda vita, cominciata a 78 anni, dopo l'elezione a Papa avvenuta il 19 aprile 2005. E in Baviera non ci tornerà più.
Figlio di un poliziotto e di una casalinga, il futuro Papa Benedetto XVI nacque il 16 aprile 1927 in Baviera, a Marktl am Inn piccolo paese dove rimase solo due anni. Con il padre spesso trasferito per lavoro, anche la famiglia girovagava con lui.
Il piccolo Joseph ebbe un'infanzia felice, in una famiglia serena, fra la gente della campagna bavarese, dedito ai giochi e alla lettura, mentre non era tagliato per le attività sportive. Con l'avvento del nazismo, la sua vita cambiò: il padre era contrario ai nazisti e c'era paura in casa. A 16 anni fu arruolato fra gli ausiliari della contraerea e costretto a vestire la divisa grigia della Wehrmacht; all'arrivo degli americani fu persino fatto prigioniero, ma subito rilasciato. Nel 1951 è sacerdote e comincia pure una carriera accademica fra università e istituti di mezza Germania (Bonn, Munster, Monaco, Frisinga, Tubinga, per citarne alcuni). Nel marzo 1977 Paolo VI lo nomina arcivescovo di Monaco e pochi mesi dopo Cardinale. Ma la sua stella di teologo brillava già dal 1962, quando fu nominato consulente teologico dell'arcivescovo di Colonia al Concilio. Scelta che provocò qualche polemica, perché il prete-professore era considerato troppo progressista. Nel 1981 Wojtyla lo chiama in Vaticano, a capo dell'ex Sant'Uffizio.
Del Papa polacco, Ratzinger è stato stretto collaboratore, e fra i pochi cui furono respinte le dimissioni al compimento dei 75 anni. Nei lunghi anni romani, l'allora cardinale ha continuato a studiare e scrivere libri, e a fare il prete, vestito con una semplice tonaca nera, fino al giorno del conclave; a occuparsi del suo gatto e a suonare il pianoforte, sua grande passione. A pranzare ogni tanto al ristorante bavarese. La sobrietà della sua vita e il suo carattere mite non hanno mai fatto velo al suo rigoroso compito di custode della fede. Il suo temperamento emerge dai gesti minuti, specie quelli che sembrano scontati: nei testi per la via crucis 2005 al Colosseo, Ratzinger parlò senza remore, in mondovisione, di 'sporcizia' presente nella Chiesa; una volta eletto Papa, lui europeista convinto, scelse il nome di Benedetto XVI in onore del grande monaco che rilanciò la cultura europea; e dalla loggia vaticana disse di sé al mondo, semplicemente, che era un umile servo nella vigna del Signore.
Negli anni in cui è stato custode della fede ha arginato spinte considerate fuori dalla dottrina: l'ultratradizionalismo dei lefebvriani, il marxismo dei teologi della liberazione, il liberalismo sfrenato. La sua fermezza sui principi gli è valsa la nomea di duro e il nomignolo di panzer, che lo hanno sempre ferito, come lui stesso ha detto più volte. Nei primi anni di pontificato Benedetto XVI ha già lasciato un segno: migliaia di persone affollano le sue udienze dove lui, coltissimo, si esprime con un linguaggio semplice; lui, prete, esorta gli uomini a interrogarsi sulla fede usando la ragione e non l'irrazionalità', e si rivolge ai non cristiani usando la categoria del razionalismo. Ha dedicato la sua prima enciclica all'amore e in un passaggio memorabile ha scritto: ''la carità sarà sempre necessaria, anche nella società più giusta. Non c'è nessun ordinamento statale giusto che possa rendere superfluo il servizio dell'amore''.
Dopo le parole di Ratisbona sull'Islam e sulla religione che non può camminare sulla punta delle spade (parole che a seconda dei punti vista, sono giudicate infelici o equivocate), ha fatto pace con il mondo musulmano che pure lo aveva duramente insultato. Ha insistito per andare in Turchia, a novembre 2006, a commemorare il povero don Andrea Santoro ucciso pochi mesi prima da un militante islamico, ma anche per incontrare il patriarca Bartolomeo e far visita al popolo turco. Accolto all'inizio con diffidenza e freddezza, Benedetto XVI ha poi trovato rispetto e simpatia nella popolazione che ha seguito incollata alla tv ogni suo passo, fra cui la commovente visita a Efeso alla casa che si ritiene abbia ospitato Maria negli ultimi anni della sua vita.
Ha ribadito più volte il primato di Pietro e quasi ogni giorno interviene a difesa della famiglia, incurante delle critiche. Non è un politico e non ama i politici, e li riceve col contagocce: solo capi di stato e di governo. Ed ha fretta di svolgere il suo ministero, e fare le cose che deve fare, perché sa di non avere molto tempo: ''sono un uomo vecchio e non so quanto tempo mi darà ancora il Signore''.
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Il 16 aprile nella storia
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