NEMICO PUBBLICO N.1 – L’ORA DELLA FUGA (PARTE 2)

  Di Sandro Calice

   NEMICO PUBBLICO N.1 – L’ORA DELLA FUGA (PARTE 2)
  di Jean-François Richet, Francia-Canada 2009 (Eagle Pictures)
  Vincent Cassel, Ludivine Sagnier, Gérard Lanvin, Samuel Le Bihan, 
  Mathieu Amalric, Olivier Gourmet, Georges Wilson,
  Michel Duchaussoy, Myriam Boyer, Alain Doutey, Anne Consigny,
  Laure Marsac, Alain Fromager

  La seconda parte di “Nemico pubblico N.1” è più efficace della 
  prima. Si tratta, ricordiamolo, della storia vera del celebre gangster 
  Jacques Mesrine, che tra gli anni ’60 e ’70 divenne il criminale più 
  ricercato di Francia e che in prigione scrisse un romanzo 
  autobiografico da cui sono tratti i due film di Richet. Nel primo il 
  regista racconta l’ascesa di Mesrine, da soldato indisciplinato e figlio ribelle a gangster nemico pubblico n.1. In questo, che regge bene anche autonomamente, c’è la caduta, con un Mesrine prigioniero del suo personaggio, fino al cruento epilogo.

“L’ora della fuga” inizia con Mesrine (Cassel) che torna in Francia dopo l’esilio in Canada. Si allea col killer chiamato “la portaerei” (Le Bihan), col quale porta a segno numerose rapine prima di essere nuovamente arrestato. In prigione conosce Francois (Amalric) col quale riesce ad evadere. La sua popolarità cresce, Mesrine scrive la sua autobiografia, entra in contatto con i media, trova un nuovo amore e cerca un’identità politica che “giustifichi” i suoi crimini diventando amico dell’estremista di sinistra Charlie (Lanvin). Ma perde contatto con la realtà, alza continuamente il livello della sfida, resta da solo e sottovaluta il commissario Broussard (Gourmet), disposto a tutto pur di fermarlo.

“Nemico pubblico N.1 – L’ora della fuga” è un buon film di genere, un classico gangster movie vecchio stampo, dove i pugni sono i pugni, le sparatorie le sparatorie, senza acrobazie o interminabili ralenti. Ottima la ricostruzione del periodo storico, dai costumi alle auto. La nostra impressione, come nella prima parte, è una certa debolezza di sceneggiatura, costruita come un insieme successivo di pezzi separati. Così chè la psicologia dei personaggi (anzi, del personaggio, dato che Cassel fagocita tutto lo spazio) e la tensione crescono a singhiozzo.