Era oggi


Stampa

19 aprile

Giovanna d'Arco è dichiarata santa, Grace Kelly sposa Ranieri di Monaco, prima apparizione tv per I Simpson, Joseph Ratzionger è eletto Papa

''Arrivare al punto che la gente veda un mio quadro e sappia subito che è mio, è un grande onore che non molti possono vantare''. Con queste parole Fernando Botero sottolinea la sua soddisfazione per aver trovato il proprio stile unico e inconfondibile. Ed è senza dubbio così, per le figure tonde, grandi e palesemente obese che escono dal suo pennello e che fanno ormai parte del patrimonio dei più grandi musei del mondo.

L’artista colombiano, nato a Meddellin il 19 aprile 1932, nel corso della sua carriera si è proposto prima come ritrattista della società in modo quasi naif, approdando poi alla denuncia sociale, sia della interminabile guerra civile colombiana (''spero che un giorno torni la pace per il mio popolo''), sia degli abusi perpetrati nel carcere iracheno di Abu Ghraib, riproducendo col suo stile inconfondibile le scene delle torture che hanno fatto il giro del mondo.

Icona dell'arte latinoamericana, Botero è uno dei pochi artisti (o forse l'unico) che ha avuto l'onore di vedere esposte le sue gigantesche sculture nelle principali piazze o strade del mondo, quali gli Champs Elysees a Parigi, la Grand Avenue di New York, il Paseo de Recoletos a Madrid, Piazza della Signoria a Firenze, e perfino di fronte alle piramidi d'Egitto.

Botero lo conoscono veramente tutti, in ogni parte del mondo, una popolarità che è la sua forza e il punto debole, anche se l'artista colombiano ha in realtà spalle molto larghe e riesce a far fronte ai non pochi detrattori. Fieramente figurativo fin dagli anni cinquanta, quando l'arte parlava sopratutto i linguaggi dell'astrazione e del concettuale, l'artista ha sempre seguito la sua ispirazione, riuscendo ad armonizzare la pittura classica italiana con la tradizione precolombiana e il barocco latino americano.

''Quando, nel '53, appena ventenne, sono venuto in Italia per studiare la pittura fiorentina, da Giotto a Michelangelo, sono rimasto estremamente colpito dall'idea di volume esaltata da quegli artisti, dalla sensazione di potere e di grandezza che emanavano le loro opere'': Botero spiega in questo modo la sua cifra così originale e le forme dilatate che la contraddistinguono. ''Il volume è un'esaltazione della vita, è un elemento di sensualità e l'arte deve essere sensuale – spiega ancora - per me, dopo l'esperienza in Italia, si trattava di non solo di amare il volume, ma di trovare una forma personale per farlo''.

Infranto il tabù del volume, Botero non e' piu' tornato indietro (''Io non cambio stile, non sono un modista''). E' sempre più maturato nella tecnica e continua a dipingere le atmosfere della sua terra, lontana nello spazio e nel tempo.

Botero, ha rivelato anche di ''essere ossessionato'' dal mondo circense, che lo ha folgorato nel 2007 in Messico quando è entrato un piccolo circo ''di quelli che venivano a Medellin quando ero piccolo''. ''Mi è sembrato - ha confessato - di grande plasticità e poesia'' e da allora quel mondo ''è rimasto nella mia testa, e sono sei mesi che ho l'ossessione per i prestigiatori, gli equilibristi''. ''E' un mondo - ha osservato - che hanno già dipinto Toulouse Lautrec, Picasso, Leger, Calder, Chagal e molti altri, ma l'importante è che ognuno faccia il suo circo''.

>>> Guarda la fotogallery

 

Il 19 aprile nella storia

1909: Giovanna d'Arco è dichiarata santa 1956: Grace Kelly sposa Ranieri di Monaco 1987: Prima apparizione tv per I Simpson 2005: Joseph Ratzionger è eletto Papa. Scegie il nome di Benedetto XVI

 

 

 

Pagina realizzata in collaborazione con Rai Teche.