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Montalcini, la signora della Scienza compie 100 anni

'La mia intelligenza? Mediocre'. Così rispose commentando il premio Nobel, ricevuto grazie 'all'impegno e all'ottimismo'. E festeggiato con un brodo, un riso cinese e una notte di buon sonno

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  Appuntamenti, conferenze, convegni, riunioni di 
  lavoro: la sua agenda certamente non tradisce l'età. 
  Eppure, la ''signora di ferro'' della scienza italiana il
  22 aprile compie 100 anni. Minuta, elegante, i 
  capelli impeccabili, Rita Levi Montalcini continua a 
  vivere in prima linea come ha sempre fatto, nella 
  ricerca come nell'impegno politico.

  Senatrice, professoressa o Premio Nobel? ''Niente di 
  tutto questo, sono semplicemente Rita e, anzi, per 
  molti anni della mia lunga vita mi sono sentita il 
  brutto anatroccolo, ma la difficoltà insegna''. Evento 
  'clou' della settimana di festeggiamenti organizzata 
  per il suo compleanno: un grande convegno sulle 
  neuroscienze, da lei voluto in Campidoglio proprio il 
  22 aprile. Niente feste rituali o champagne, meglio 
  parlare di scienza. Del resto, il Nobel per la Medicina,
  22 anni fa, lo aveva celebrato con un brodo, un riso cinese e una notte di sonno.

  La sollecitazione di una maggiore attenzione della società nei confronti della ricerca e del suo valore economico e sociale, con maggiori finanziamenti e il riconoscimento della meritocrazia, sono sempre stati i suoi cavalli di battaglia.

Un altro tema che continua a difendere con energia è la presenza delle donne nella ricerca, giudicata ''essenziale perché hanno impegno e capacità'' e poi perché ''chi ha fame consuma più cibo di chi è sazio e da secoli le donne hanno fame'', ha detto, convinta com'è che ''le donne hanno uguali possibilità, ma ci mettono più impegno, sono più affamate perché per secoli sono state private della possibilità di usare il cervello''.

E fame di ricerca Rita Levi Montalcini ne ha avuta tanta: ''ho avuto fortuna e lo devo a Hitler e Mussolini. Grazie a loro ho lavorato come Robinson Crusoe'', ha dichiarato ricevendo, il 22 gennaio 2008, la laurea honoris causa nell'università di Milano Bicocca. In quella sede ha ricordato il laboratorio che negli anni della persecuzione razziale aveva allestito nella sua stanza a Torino, dove aveva gettato le basi della scoperta del fattore di crescita delle cellule nervose (Ngf), per il quale ha avuto il Nobel. Un risultato che Rita Levi Montalcini non ha mai attribuito alla sua intelligenza, da lei definita ''mediocre'', ma all'impegno e all'ottimismo.

Il traguardo non sarà immediato e ci vorranno ancora 5-7 anni, ma gli scienziati sono più che ottimisti: nel prossimo futuro avremo un farmaco che, sfruttando le potenzialità della molecola Ngf, arriverà a curare malattie neurodegenerative come l'Alzheimer. Un risultato verso il quale ci si sta avvicinando a grandi passi e che oggi appare ancora più raggiungibile grazie ai risultati ottenuti dai ricercatori dell'Istituto Europeo per le Ricerche sul Cervello (Ebri), voluto e presieduto dalla stessa Montalcini.