di Mauro Caputi
La crisi della Juventus, costante da più di un mese e mezzo, riapre la lotta per il terzo posto (e tranquillizza il Milan per il secondo posto dopo lo scivolone in casa dell’Udinese). In una partita da saldi di fine stagione la Fiorentina regola 1-0 la Sampdoria con il minimo sforzo (al 21’ deviazione del solito Gilardino) e attende notizie dagli altri campi. Notizie più che positive sia da Torino sia da Genova. La Juve impatta 2-2 con l’Atalanta, rischiando seriamente di perdere nella parte finale della gara. Orobici avanti al 2’ con deviazione di Legrottaglie su tiro velleitario di Cigarini. I bianconeri rischiano di affondare (Buffon salva di piede su Doni), ma nel primo tempo giocano dignitosamente. Si alternano una traversa di Legrottaglie, il gol di Iaquinta (26’ su cross di Nedved), una nuova traversa di Amauri e il vantaggio di Zanetti (36’ con una staffilata da fuori area su palla che viene incontro). La Juve sembra padrona del campo, ma la luce si spegne improvvisamente. A un minuto dal riposo l’Atalanta pareggia con Pellegrino, liberato a pochi metri dalla porta su azione d’angolo. La ripresa è un’agonia per la squadra di Ranieri, con i bergamaschi che colgono tre traverse (due con Plasmati e una con Cigarini) e strapazzano una Juve in bambola e senza nerbo (poche e casuali le occasioni per i bianconeri). Il gelo dello stadio, senza pubblico per la sentenza legata al caso Balotelli, accompagnerà la settimana a Vinovo. 2-2 anche per il Genoa, che ora è a 5 punti dal quarto posto e dice virtualmente addio al sogno Champions. Il Chievo ha bisogno di punti per non essere risucchiato nella zona retrocessione e riesce ad aprire i giochi con Pinzi al 35’. Sorrentino fa gli straordinari, ma non può nulla sul rigore che Milito si procura e trasforma al 58’. Rossoblù in vantaggio grazie a una magistrale punizione di Olivera (evidentemente il Chievo gli porta bene, all’andata segnò il gol decisivo allo scadere) al 71’. Pellissier a 5’ dal termine ristabilisce la parità girando di testa su corner. La distanza dai veneti dal terzultimo posto è di 4 punti, quanto basta per tenere alta la tensione.
Proprio la zona retrocessione non riesce a emettere verdetti definitivi. Tutte ancora in corsa, anche se le speranze del Lecce sono al lumicino dopo la sconfitta nello scontro diretto del Dall’Ara. Partita tesa e non bella, come impone il copione di queste sfide. Salentini in vantaggio alla mezz’ora con Tiribocchi, rapido a centro area ad anticipare il suo marcatore. Al 37’ Di Vaio è altrettanto veloce sul suo uomo e realizza il 23° gol del suo campionato. A inizio ripresa il Lecce resta in dieci per l’espulsione di Papadopoulos, probabilmente esagerato nelle proteste contro l’arbitro che lo aveva appena ammonito. Il Bologna fa qualcosa di più, ma rischia anche qualcosa. Il gol del 2-1 arriva al quarto minuto di recupero, con Volpi che si muove bene mentre la difesa del Lecce sale e sfrutta a dovere un assist di Di Vaio. Uscita dal campo in lacrime per molti giocatori in maglia giallorossa. Bologna a 33, ancora un punto sotto il Torino che passa al San Paolo 2-1 di fronte a un Napoli già fuori da questo campionato da diverse partite. Partenopei in vantaggio al 42’ con Pià, innescato da Denis. E’ un fuoco di paglia. Al 51’ gran girata di Rolando Bianchi a ristabilire l’equilibrio. Al 72’ sontuosa punizione di Rosina e il Toro resta alla guida del gruppo delle pericolanti. Quarta componente del gruppo è la Reggina, non più ultima. Al Granillo il Cagliari passa con Lazzari al 18’. Poi la doppietta di Ceravolo (25’ e 47’) mantiene accesa la residua speranza dei calabresi.
Da definire anche l’ultimo piazzamento per la nuova Europa League, che sostituisce la Coppa Uefa. Il Genoa è ormai sicuro, come pure la Lazio (vincitrice della Coppa Italia). La sazietà dei biancazzurri è ben accolta dal Palermo che sfrutta le sue occasioni e passa 2-0 con i gol di Miccoli su rigore (fallo di Kolarov) al 6’ e di Migliaccio (deviazione di testa) all’87’. La corsa al sesto posto mette in fila la Roma, a 57 punti, il Palermo, a 55, e l’Udinese, a 54.