UNA NOTTE AL MUSEO 2 – LA FUGA

di Sandro Calice

UNA NOTTE AL MUSEO 2 – LA FUGA
di Shawn Levy, Usa 2009 (20th Century Fox)
Ben Stiller, Amy Adams, Owen Wilson, Hank Azaria, Robin Williams, Christopher Guest, Alain Chabat, Steve Coogan.

Tra i vari modi di fare un sequel di un film di successo, quello di stiracchiare l'idea originale semplicemente ampliando le dimensioni (dell'ambientazione, degli effetti speciali, dei personaggi) è probabilmente il meno efficace. E non è detto che significhi aumentare il divertimento.

Dopo l'avventura di “Una notte al museo” (dove le statue e le collezioni del Museo di storia naturale di New York prendevano vita al tramonto grazie a una magica tavoletta egizia), Larry Daley (Stiller) ha lasciato il lavoro di guardiano notturno ed è diventato un imprenditore di successo, vendendo in tv torce fosforescenti e altre genialità simili. Ma la sensazione che nella sua vita manchi qualcosa lo spinge a tornare al museo, dove scopre che le sue mostre preferite e tutti i suoi amici sono stati smantellati e imballati per essere trasferiti nei depositi dell'immensa Smithsonian Institution di Washington DC, il maggiore complesso museale degli Stati Uniti. Larry torna a casa sconsolato, ma scopre presto che una scimmietta è riuscita a portare allo Smithsonian la tavoletta magica ed è disastroso l'effetto che potrebbe avere sugli innumerevoli reperti custoditi nel complesso. Il primo a risvegliarsi è il faraone Kahmunrah (Azaria), che mette insieme un esercito del male composto da Ivan il Terribile, Napoleone e Al Capone per risvegliare i guerrieri dall'oltretomba e conquistare il mondo. Larry avrà dalla sua parte i vecchi amici (i minuscoli Jedediah e Ottavio, Teddy Roosvelt, Attila l'unno, gli uomini di Neanderthal) e i nuovi: l'aviatrice Amelia Earhart (Adams), la gigantesca statua di Abramo Lincoln, tanti minuscoli Einstein e tanti altri. La battaglia comincia.

“Una notte al museo 2 – la fuga” è uno spot per la storia, soprattutto americana, vista dagli americani. Sono sempre i grandi presidenti Usa a risolvere la situazione e a giganteggiare – letteralmente – sugli altri personaggi, visti in maniera abbastanza macchiettistica. Nella traduzione italiana, poi, (e immaginiamo che ogni Paese abbia la sua dose di battute dedicate) abbiamo i classici dialetti napoletano e romanesco visti da Brooklyn, un generale Custer che si pettina i riccioli biondi con 100 colpi di spazzola e un Napoleone che sostiene di aver lasciato in Italia degli eredi, il più famoso dei quali è un uomo potente anche se una volta cantava sulle navi (!). Insomma, come comicità siamo dalle parti del Bagaglino, come divertimento al profluvio di effetti speciali su un'idea che non ha sorprese da offrire. C'è a chi piace.