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Crisi, Draghi: 'Si può uscire più forti'

Le 'Considerazioni finali' del Governatore all'Assemblea annuale di Bankitalia draghi_relazione_296

"Occorre sanare la ferita che la crisi ha aperto nella fiducia collettiva". E "la fiducia non si ricostruisce con la falsa speranza, ma neanche senza speranza: uscire da questa crisi più forti è possibile". E' il messaggio lanciato dal governatore di Bankitalia,Draghi, nelle "Considerazioni finali" all'Assemblea annuale dell'Istituto centrale. Nella sua relazione, dedicata interamente al tema crisi e alle strategie per uscirne, Draghi sostiene che molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare.

Pil Anche per in Italia la crisi mondiale “determinerà una caduta del Pil di circa il 5% quest'anno, dopo la diminuzione di un punto nel 2008" . Tra le cause "il crollo della domanda estera”, che secondo il governatore ha provocato una forte contrazione della produzione industriale e degli investimenti: tutto ciò ha portato alla chiusura provvisoria di stabilimenti, riduzione della manodopera rinvio degli acquisti e dei pagamenti.

Lavoro “I lavoratori in Cassa integrazione e coloro che cercano una occupazione sono già oggi intorno all'8,5% della forza lavoro, una quota che potrebbe salire oltre il 10%", ha spiegato ancora Draghi, puntando l’accento sulla crisi del sistema produttivo: si stima un calo del 20% del fatturato e del 12% degli investimenti per industria e servizi. "A risentire della crisi sono soprattutto le imprese piccole, sotto i 20 addetti" e una loro mortalità eccessiva "è un grave rischio per l'economia". Per una maggiore equità, Draghi insiste sulla lotta all'evasione e al sommerso, stimato al 15% dell'attività economica. Tra le misure auspicate una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali e il graduale incremento dell'età effettiva di pensionamento. Infatti “un più alto tasso di attività nella fascia da 55 a 65 anni innalzerà sia il reddito disponibile delle famiglie, sia il potenziale produttivo”. La ricetta per uscire dalla crisi per il governatore deve contenere anche la ripresa degli investimenti pubblici e azioni di sostegno della domanda e del credito. Necessarie, poi, le liberalizzazioni: nei servizi pubblici si generano inefficienze e costi alti.

Debito pubblico Nelle considerazioni del governatore non manca poi un richiamo ai conti pubblici. "L'operare degli stabilizzatori automatici – ha detto Draghi- dovrebbero accrescere il disavanzo pubblico nell'anno in corso di circa 2 punti percentuali del Prodotto, a oltre il 4,5%. Nel 2010 il disavanzo potrebbe superare il 5%". Dunque, le misure di riduzione della spesa corrente "vanno introdotte nella legislazione subito, anche se con effetti differiti, senza rinvii a ulteriori atti normativi".

Banche Infine, il nostro sistema bancario, secondo Draghi le banche italiane hanno subito un impatto meno traumatico rispetto a quelle di altri Paesi dalla crisi in corso e, sottoposte a stess test, hanno dimostrato di essere in grado di poter resistere anche a scenari più sfavorevoli. Ma questo quadro ha anche un altro lato da non sottovalutare, ovvero che il sistema bancario deve "affinare la capacità di riconoscere il merito del credito nelle presenti, eccezionali circostanze" per venire incontro alle richieste di finanziamento delle aziende.