Rappresentante della nuova comicità italiana, insieme a Carlo Verdone, Francesco Nuti e Roberto Benigni, Massimo Troisi raggiunse il successo alla fine degli anni '70 sotto la generica ma fortunata etichetta dei ''nuovi comici''. Insieme ai suoi giovani colleghi contribuì in modo decisivo a rinnovare gli schemi tradizionali della commedia all'italiana, dando vita all' atteso ricambio generazionale di un cinema popolare che aveva dato lustro e successo, anche commerciale, all' Italia.
Nato il 19 febbraio 1953 a San Giorgio a Cremano, alla periferia di Napoli, dopo gli studi per il diploma di geometra, esordisce a teatro nel 1969, sempre a San Giorgio, insieme a Lello Arena, con il quale sette anni più tardi fonda il gruppo cabarettistico ''La smorfia'', di cui fa parte anche Enzo Decaro. Il trio ottiene successo prima al teatro Sancarluccio di Napoli e poi si fa conoscere dal grande pubblico con i passaggi televisivi a ''Non stop'' la trasmissione di Enzo Trapani in onda su Raiuno nel 1977.
Fin da queste prime prove, Troisi, che del gruppo cabarettistico è il leader chiaramente riconoscibile, mostra di voler rielaborare, con autoironia, gli sterotipi e le suggestioni della farsa e del melodramma napoletani con una spiccata propensione alla parodia (celebre il rifacimento farsesco dell' Annunciazione, in cui Troisi e' Maria).
Proprio questa interpretazione autoironica della ''napoletanità'' e il legame mai rinnegato con le proprie radici distinguono Troisi dagli altri e ne caretterizzano il primo, folgorante successo cinematografico nella doppia veste di attore e regista. Il film, ''Ricomincio da tre'', è del 1981 e rappresenta uno dei maggiori successi mai registrati dal cinema italiano. Troisi si aggiudica una pioggia di premi e riconoscimenti, nonché un record nazionale, quello della permanenza in un cinema: 600 giorni al Gioiello di Roma.
Il secondo film, ironicamente intitolato ''Scusate il ritardo'' (1981), ricalca con meno fortuna gli schemi del primo. Troisi torna al successo nel 1985, dirigendo e interpretando in coppia con Benigni ''Non ci resta che piangere'', che narra le disavventure di due uomini d'oggi piombati nel '400.
La sua popolarità è intanto enormemente cresciuta e, pur avendo ormai sciolto ''La smorfia'', torna varie volte in tv come ospite d'onore in trasmissioni di largo ascolto. Anche ''Le vie del signore sono finite'' (1987), che pure ottiene un discreto successo di pubblico, viene accolto tiepidamente dalla critica mentre più convincente appare ''Pensavo fosse amore invece era un calesse'' (1991) interpretato accanto a Francesca Neri. In questo film, Troisi approfondisce uno dei temi a lui più cari, quello della vita amorosa e dei problemi quotidiani di una coppia.
Le sue capacità di attore non solo comico vengono utilizzate soprattutto da Ettore Scola, che lo vuole in tre suoi film: ''Splendor'' (1988), ''Che ora è?'' (1989, per il quale ottiene al Festival di Venezia la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile) e ''Il viaggio di Capitan Fracassa'' (1990). Troisi recita anche in ''Hotel Colonial'' di Cinzia Th. Torrini e ha la parte di protagonista nell' ultimo film del regista inglese Michael Radford, ''Il postino'', da lui fortissimamente voluto dopo aver letto il libro di Antonio Skarmeta da cui è tratto. Dodici ore dopo la fine delle riprese del film, il 4 giugno 1994, Massimo Troisi muore nel sonno. Due anni dopo è candidato all'Oscar come miglior attore protagonista per il film "Il Postino".
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Il 4 giugno nella storia
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1895: Nasce Dino Grandi | 1917: Vengono assegnati i primi premi Pulitzer | 1989: A Pechino le dimostrazioni di Piazza Tiananmen vengono represse | 2004: Muore Nino Manfredi |
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