Nell’agosto 1999 la allora trentenne campionessa di Heidelberg disse basta, si arrese ai malanni che dal 1997 hanno attaccato e intaccato il suo fisico.
Un corpo d'atleta, bello e forte, che, prima di cominciare ad essere offeso dagli infortuni, aveva consentito a Staffi Graf, Giunone della racchetta, di reinventare ''i gesti bianchi'', trasferendoli dalla classicità alla modernità. Devastante: era l'aggettivo scelto per descrivere il suo servizio. Superpotente: così si ricorderà il suo dritto, sparato con il solo braccio destro. Velocità: ecco la dote che rendeva insuperabile il suo movimento sul campo. E la visione del gioco non poteva che essere: ampia. Il rovescio, forse, lasciava un po' a desiderare, soprattutto per gli appassionati e i tecnici che non potevano dimenticare quello regale di Martina Navratilova. Ma, come si apprende sui banchi di scuola, anche gli dei (e le dee) hanno i loro difetti.
A Giunone Graf, tuttavia, il tallone non ha mai dato pensieri: sono stati piuttosto il ginocchio e la schiena a procurarle molti dispiaceri, imponendole prima lunghe fermate e infine il ritiro. Nel 1997 subì un intervento chirurgico a un ginocchio e per la prima volta sembrò a un passo dal ritiro. L'anno scorso non poté giocare che due tornei e per la prima volta finì fuori dalla classifica mondiale.
Vi era entrata nel 1983, un anno dopo il suo esordio, a soli 14 anni (è nata il 14 giugno 1969), inaugurando la serie delle campionesse precoci che sarebbe stata ripresa, anni più tardi, da Seles e Hingis. Due tenniste che nella vita e nella carriera di Steffi Graf sono entrate più della Navratilova, dalla quale ereditò la supremazia mondiale. La Seles è stata la rivale per antonomasia della Graf, perché emerse grazie ad un gioco ancor più atletico e violento. Divise dalla rete, le due campionesse si ritrovarono unite da un drammatico episodio: l'accoltellamento che la serba subi' ad opera di un folle tifoso della tedesca. Ma la Graf visse anche giorni più tristi, quando suo padre ando' in prigione per non aver pagato tutte le tasse dovute per i guadagni della figlia (circa 50 miliardi di lire di soli premi; incalcolabili gli introiti da ingaggi, sponsor e pubblicità).
Alla Graf non fa difetto il carattere e dai quei drammi e' riuscita a risorgere. Così come dagli infortuni. Tornata a giocare quest'anno dopo il disastroso 1998, s'era tolta due soddisfazioni: aveva vinto gli Open di Francia, per la sesta volta, impartendo l'ultima lezione alla Hingis, ed era giunta in finale a Wimbledon, dove aveva vinto sette volte, cedendo infine alla Davenport. Ma, costretta al ritiro in un torneo californiano ai primi di agosto, dallo stiramento di un tendine del ginocchio sinistro, Steffi Graf non se l'è sentita più di continuare. Dopo il ritiro conobbe il grande campione Andre Agassi con il quale intrecciò una relazione: nel 2001 si sono sposati e hanno due figli.
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Il 14 giugno nella storia
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