«Fisicamente è elegante e minuta, ma in statura morale è un gigante». Così Desmond Tutu, premio Nobel per la pace, descrive Aung San Suu Kyi, insignita dello stesso premio nel 1991 e anima della resistenza del popolo birmano alla dittatura militare. Ha passato 13 anni in detenzione (in prigione o agli arresti domiciliari) durante gli ultimi 20 anni.
Figlia del generale Aung San, l'eroe nazionale che avviò la Birmania verso l'indipendenza dalla Gran Bretagna, Suu Kyi è nata il 19 giugno 1945 a Yangon. Quando aveva due anni il padre venne assassinato dai suoi rivali politici. La madre divenne ambasciatrice della Birmania in India e Nepal. Sposata con un accademico britannico, due figli, Suu Kyi stava studiando per ottenere un dottorato a Londra quando nel 1988 tornò a Rangoon (oggi Yangon) per accudire la madre morente.
Nella capitale si trovò coinvolta nei moti per la democrazia contro il regime del dittatore Ne Win. Fondò subito dopo la Lega nazionale per la democrazia (Ldn), chiedendo a tutti coloro che condividevano le sue idee e i suoi obiettivi di usare sempre e solo i metodi della non-violenza.
Nell'estate 1988, dopo la caduta della dittatura militare, infiammata da manifestazioni popolari per la democrazia, Suu Kyi tenne un comizio davanti a mezzo milione di persone radunate alla pagoda Shwedogan. La nuova giunta militare indisse elezioni legislative per il 1990, e nel 1989 pose agli arresti domiciliari la leader della Lega Nazionale per la Democrazia che guidava l'opposizione durante la lunga campagna elettorale.
Nonostante la perdita della libertà il suo partito vinse a valanga le elezioni (392 seggi parlamentari sui 485 in gioco) dalla Lega Nazionale per la Democrazia (Nld).
Lo schiacciante successo elettorale ha rappresentato la praticamente definitiva fine della libertà per la donna, rimasta agli arresti domiciliari fino al 1995 e poi di nuovo privata della libertà tra il 2000 ed il 2002. Il 30 maggio del 2003 fu arrestata e imprigionata per tre mesi dopo il massacro di Depayin, scontri tra suoi simpatizzanti e sostenitori dei militari durante i quali morirono 4 persone.
Nel settembre 2003 le furono concessi gli arresti domiciliari per le sue pessime condizioni di salute. Arresti prolungati dalla giunta militare di un anno una prima volta il 25 maggio 2007 ed una seconda volta il 27 maggio 2008.
Star hollywoodiane come Julia Roberts e attivisti cinesi agli arresti domiciliari sono tra le persone che hanno firmato la petizione per rilasciare la leader democratica e premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, nei giorni precedenti al 64esimo compleanno della donna.
Il 19 giugno la fondatrice della Lega nazionale per la Democrazia compie gli anni nella prigione Insein, a Rangoon, dove si trova con l'accusa di aver violato i termini dei suoi arresti domiciliari. Nel quadro della campagna intitolata "64 words for Aung San Suu Kyi" (64 parole per Aung San Suu Kyi), l'attrice protagonista di Erin Brockovich ha scritto: «Ora è il tempo per la comunità internazionale di parlare con una sola voce».
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Il 19 giugno nella storia
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1623: Nasce Blaise Pascal | 1901: Nasce Piero Gobetti | 1945: Nasce Radovan Karadzic | 1999: Muore Mario Soldati |
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