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Iran, 8 arresti all'Ambasciata britannica

Sono funzionari di nazionalità iraniana. L'accusa: 'Parteciparono agli scontri' iran_proteste_2806_296

Otto funzionari iraniani dell'ambasciata britannica a Teheran sono stati arrestati con l'accusa di aver partecipato agli scontri di piazza nell'ondata di protesta del dopo voto.

Lo afferma l'agenzia Fars senza tuttavia fornire ulteriori dettagli. Londra ancora non può confermare la notizia. La settimana scorsa Teheran aveva espulso due diplomatici britannici, accusati di interferire negli affari interni del Paese.

Londra aveva ripagato con la stessa moneta, espellendo due diplomatici iraniani.

Il governo britannico ha chiesto l'immediato rilacio degli 8 funzionari, forse 9, della sua ambasciata arrestati a Teheran, definendo l'arresto "un abuso e un'intimidazione".

Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri di Londra, Miliband, definendo l'arresto un fatto "inaccettabile". Da Corfù, dove si trova per il vertice dell'Osce, Miliband ha insistito con fermezza, chiedendo che i funzionari vengano liberati "sani e salvi".

E il ministro degli Esteri, Frattini, ha dichiarato che "quando si arrestano funzionari di un'ambasciata, si compiono fatti certamente gravi".

La guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, ha avvertito che chi non accetterà di seguire "le vie legali" nel protestare contro le elezioni del 12 giugno, dovrà affrontare conseguenze "più amare" di quelle viste finora.

Khamenei ha inoltre definito "idiote" le critiche dei dirigenti occidentali allo svolgimento delle presidenziali.

L'ex candidato alle presidenziali, Mousavi, ha chiesto di nuovo l'annullamento delle elezioni e ha detto che il riconteggio del 10% delle schede "non elimina le ambiguità". L'altro ex candidato, Karroubi, ha chiesto una commissione indipendente per il riesame delle schede.

"Ci piacerebbe avere presto la possibilità di riprendere i colloqui multilaterali con l'Iran" sul nucleare. Lo ha dichiarato il responsabile della Politica Estera dell'Ue, Solana, parlando con i giornalisti a Corfù, dove partecipa alla riunione dell'Osce.

Le sue dichiarazioni arrivano prima di una riunione dei ministri degli Esteri Ue, dedicata alla situazione in Iran.