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Mare: ENEA, aumentano temperature e ondate di calore nel Mar Ligure, ecosistemi a rischio

 

Il Mar Ligure Orientale ha fatto registrare tra il 2021 e il 2024 un aumento sia della temperatura (+0,045 °C all’anno) che della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore, con picchi nel biennio 2022–2023. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Journal of Marine Systems. Il progetto, nato nell’ambito del PNRR RAISE, ha permesso di potenziare il primo osservatorio marino del genere in Italia con modem acustici sottomarini, sensori, sonde ad alta precisione ed altre tecnologie innovative per il monitoraggio di temperatura, CO₂, pH, ossigeno e clorofilla.

 

Le analisi condotte hanno rilevato chiari segnali di cambiamento climatico con le ondate di calore, che si dimostrano una minaccia per gli organismi sensibili alla temperatura e per le comunità calcificanti, fondamentali per la biodiversità. Malgrado i cambiamenti in corso, il Golfo della Spezia continua ad agire come ‘pozzo’ naturale di carbonio, assorbendo CO₂ soprattutto nei mesi invernali e primaverili grazie ai processi di calcificazione, come dimostrano i banchi di mitili rilevati. 

 

Lo studio ha confermato il ruolo strategico degli osservatori costieri ad alta risoluzione nel prevedere gli effetti del cambiamento climatico e nel proteggere gli ecosistemi marini, altamente vulnerabili alle variazioni fisiche e chimiche del mare. Rafforzare e ampliare la rete di monitoraggio è essenziale per sviluppare modelli previsionali e sistemi di allerta precoce, salvaguardando biodiversità, infrastrutture e attività economiche.

 

Elemento chiave del progetto PNRR RAISE la piattaforma Smart Bay Santa Teresa, che sta trasformando La Spezia in un modello replicabile di sviluppo sostenibile, un laboratorio a cielo aperto dove vengono testate in condizioni reali i reef costruiti con scarti di mitilicoltura, le microgrid intelligenti e i sistemi di economia circolare portuale.

 

I risultati dimostrano come dati scientifici continui e affidabili siano fondamentali per interpretare gli effetti del cambiamento climatico nel Mediterraneo, in quanto consentono di integrare informazioni geofisiche e ambientali per garantire sicurezza e resilienza del territorio. Smart Bay Santa Teresa  dimostra come ricerca scientifica, innovazione e collaborazione territoriale possano diventare strumenti concreti per la tutela del mare e per una crescita sostenibile, offrendo al tempo stesso un modello replicabile in altri contesti costieri e portuali a supporto della gestione ambientale e della blue economy. 

 

 

Fig. 1 - L’osservatorio Smart Bay Santa Teresa si basa sulla tecnologia IoUT (Internet of Underwater Things) per la trasmissione dei dati, e comprende cinque stazioni: una situata nella baia di Santa Teresa (verde), due più a largo nell’area di molluschicoltura (rosso) e due all’interno del Parco Naturale Regionale di Porto Venere (blu), oltre a diversi sottosistemi dotati di modem acustici sottomarini, sensori di temperatura e sonde ad alta precisione per l’acquisizione di parametri fisico chimici quali CO2, temperatura, conducibilità, pH, ossigeno disciolto, torbidità e clorofilla.

 

 

Figura 2 - Sistema di Santa Teresa: nodi di trasmissione, sonde ad alta precisione con relativi parametri acquisiti e gateway GSM con idrofono.