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7 luglio

Scoppia la rivolta di Masaniello, l'Anas coinvolta in uno scandalo, record mondiale sul miglio, il terrorismo a Londra

Di De Sica, perlomeno dalla sua morte, si è troppo poco parlato, scritto e visto. Con l'andar del tempo la sua figura si è come sfocata, rimasta legata non tanto ai suoi capolavori (come 'Miracolo a Milano' o 'Umberto D'), quanto ai film più commerciali, da 'Matrimonio all'italiana' a 'Ieri, oggi, domani'. La sua vita non è stata una parabola lineare come, per esempio, quella di Fellini. De Sica aveva mille sfaccettature e a seguirlo ci si perde in 50 anni di spettacolo italiano. Faceva capolavori e film 'alimentari'. Aveva un'attività frenetica, basti pensare che tra il '60 e il '62 curò cinque regie e fece una quantità di intrepretazioni. E non era roba da poco: si parla di film come 'La ciociara' e 'I sequestrati di Altona'. Firmò ''Ladri di bicilette'', vincitore di quattro premi Oscar, svariate Palme e Orsi d'oro. Ma dopo la grande impennata degli anni Quaranta e Cinquanta, in cui era diventato la figura centrale del cinema italiano, ci fu un certo appannamento e di riflesso un atteggiamento di sospetto da parte della critica.

Artista variegato e multiforme, ha al suo attivo 28 film come regista, più di 180 pellicole come attore, 40 dischi a 78 giri come cantante, incisi per la Columbia, e anche scrittore. Fu precursore del neorealismo, attore del teatro sperimentale che in quegli anni si affacciava sui palcoscenici parigini (e a Parigi morì il 13 novembre del 1974), un regista impegnato, ma anche leggero e ironico. A muovere la sua macchina da presa, come di Rossellini, era la verità. Una verità trasfigurata sul piano poetico e umano, vicende sulle quali riversava il dolore per la rovina morale e materiale dell’Italia.

Nato a Napoli nel 1901, era molto legato al padre, che per la sua nascita (primo maschio dopo due femmine) compose una canzonetta, ‘Tarallo Tarallino’. Come lui stesso scrisse nella sua biografia, il padre gli fu ''sempre vicino fin dai primi passi sui palcoscenici dei teatri di periferia''. Tempi difficili, durante i quali il pasto non era affatto cosa scontata. Nel 1924, svenne per la fame durante la recita de 'La signora delle Camelie'. Fu l'incontro con Cesare Zavattini, approdato ne 'I bambini ci guardano', a cambiare la sua vita. Con lui scrisse quei pilastri del cinema italiano che sono ''Sciuscià '', ''Ladri di biciclette'', ''Miracolo a Milano'' e ''Umberto D''. Il De Sica più amato dal pubblico è della prima metà degli anni Sessanta. E’ il De Sica campione del ''box office'' che, cominciando con ''La ciociara'' e poi via via attraverso ''Matrimonio all'italiana'' e ''Ieri, oggi, domani'', avviò quel sodalizio con Sophia Loren e con Carlo Ponti che lo portò a un rovesciamento della poetica neorealista, all'abbandono dell'attore preso dalla strada in favore del divo e del cast altisonante, all'avvicinamento al modello americano dello ''star system''. C'è, poi, il De Sica di grande mestiere e di grande dignità stilistica, il professionista che, realizzò un prodotto ben confezionato l'anno: dal ''Giardino dei Finzi Contini'' a ''Lo chiameremo Andrea'', da ''Amanti'' a ''Una breve vacanza''. L’attore, infine. Fu tanto attivo da scoraggiare anche il biografo più attento. Ci ha regalato una tale galleria di personaggi da poterli dividere per categorie: gli avvocati, gli aristocratici, gli uomini in divisa, il costume di scena che ha indossato meglio, come in ''Pane amore e fantasia'' o in ''Addio alle armi''.

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Il 7 luglio nella storia

1647: A Napoli scoppia la rivolta di Masaniello 1971: L'Anas coinvolta nello scandalo del racket degli appalti 1999: Record mondiale sul miglio del podista El Guerrouj 2005: Terrorismo a Londra: 5 esplosioni, 56 morti

 

 

 

Pagina realizzata in collaborazione con Rai Teche.