Occhi che guardano in direzioni opposte, naso adunco e affilato, capelli rossicci, il volto di Marty Feldman è di quelli che, visti una volta, difficilmente si dimenticano.
Il pubblico italiano lo ricorderà certamente in ''Frankenstein junior'', il film di Mel Brooks in cui, accanto a Gene Wilder, interpretò una delle sue più esilaranti caratterizzazioni nella parte del servitore gobbo di uno stralunato scienziato. Oppure molti si ricorderanno di lui nel ''Fratello più furbo di Sherlock Holmes'' diretto da Gene Wilder o in un episodio di ''Quaranta gradi all'ombra del lenzuolo'', un film girato in Italia nel 1975 con la regia di Sergio Martino.
Nato in un quartiere povero di Londra nel 1938, Feldman trascorse in povertà gli anni dell'infanzia. In Inghilterra, prima di approdare al cinema nel 1970 con il grottesco ''Ogni uomo dovrebbe averne due'', lavorò a lungo per la televisione scrivendo i testi per lo spettacolo ''The frost report'', condotto da un noto giornalista, e per la radio nel popolare spettacolo ''Around the horne''. Ma il grande successo arrivò soltanto dopo il suo trasferimento negli Stati Uniti, dove fu accolto dalla colonia dei comici ebrei capeggiata da Mel Brooks e da Gene Wilder.
Negli ultimi anni aveva cominciato a dirigersi da solo in ''Io, beau geste e la legione straniera'' e in ''In God we trust'', ironica e violenta requisitoria contro la mercificazione della religione. Quando è morto, stroncato da un infarto, si trovava in Messico per partecipare come protagonista al film ''Yellow beard'' (''Barba gialla''), una parodia di ''Barbarossa''. Era il 2 dicembre del 1982.
L'8 luglio nella storia
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1889: Esce il primo numero del Wall Street Journal | 1947: Caso Roswell, in Messico sarebbe stato catturato un UFO | 1978: Sandro Pertini è eletto presidente della Repubblica | 1982: Mondiali, l'Italia batte la Polonia e va in semifinale |
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