di Elisabetta Marinelli
L’impareggiabile stile delle sue pagine (alcune delle più intense del Novecento, grazie alle quali l’autore di 'Morte nel pomeriggio' e 'Per chi suona la campana' vinse il Nobel per la Letteratura) resta ancora limpido e vivo insieme al mito del macho, del cacciatore di belve feroci e del gran bevitore, che lui stesso cercò costantemente di imporre accanto alla sua figura letteraria. Dal padre, apprese l'amore per la pesca e per la caccia, passioni che, aggiunte al suo desiderio di vivere intensamente ogni istante di vita, lo condussero qua e là per il mondo. Vita, in breve, di Ernest Hemingway.
Nato a Oak Park il 21 luglio del 1899, quindicenne fuggì dal collegio. Fu sguattero in un ristorante e più tardi pugile. Giornalista, scrisse reportage come pochissimi hanno saputo fare, scrittore infuse nelle sue opere la violenza, il sangue, le tragiche esperienze di vita vissuta. Dichiarato inabile al servizio militare durante la prima guerra mondiale, a causa di una lesione a un occhio, si unì alla Croce Rossa americana, fu sul fronte italiano e ferito a una gamba. Nacque ''Addio alle armi''. Due anni dopo era sul fronte greco-turco come inviato speciale. La Spagna, le corride, furono altre sue passioni. E in Spagna ritornò durante la guerra civile a fianco degli antifascisti, guidò ambulanze comprate con il suo denaro, combattè davanti a Madrid, fu corrispondente di guerra. E scrisse ''Per chi suona la campana'' . Trovò sempre il modo, in tempo di pace, per imbracciare il fucile , per partecipare a safari soprattutto in Africa: da queste esperienze diede alle stampe, tra gli altri, ''Le nevi del Chilimangiaro''. Durante la seconda guerra mondiale, fu in prima linea come corrisponente e come soldato che lotta per la libertà : fu tra i primi al momento dello sbarco in Normandia, e tra i primi a entrare a Parigi con la divisa dei ''Maquis''.
Il 25 agosto del 1944 si occupò personalmente della liberazione dell’Hotel Ritz del quale disse: ''Quando sogno la vita dopo la morte, la scena si svolge sempre al Ritz''. Ne festeggiò la liberazione con fiumi di alcol, scolandosi ben 51 cocktail Dry Martini prima di crollare al suolo inverosimilmente ubriaco. Cuba fu il suo più grande amore. L'isola non rappresentò uno 'scenario esotico' per scrivere e riposare, ma 'territorio esistenziale' fonte di ispirazione reale, prima brevemente alla fine degli anni Venti e poi, più stabilmente, un ventennio più tardi, quando la sua esperienza cubana culminò con la stesura di 'Il Vecchio e il Mare', il racconto per il quale si ispirò al pescatore Gregorio Fuentes.
A Cuba, dove aveva una villa a 15 chilometri dalla capitale, il premio Nobel visse per oltre 22 anni. E dopo il suo suicidio, nel 1961, lo stesso presidente John Kennedy intervenne per una deroga all'embargo contro l'isola, affinché la vedova, Mary, potesse recuperare una serie di preziosi manoscritti. Era la mattina del 2 luglio quando imbracciò un fucile e si sparò. Il gesto arrivò al culmine di una serie di crisi maniaco-depressive che avevano cominciato a colpirlo quattro anni prima.
Il 21 luglio nella storia
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1873: La prima rapina del bandito Jesse James | 1972: A Belfast l'Ira fa esplodere 26 bombe in meno di un'ora | 2001: G8 di Genova, l'assalto alla scuola Diaz | 2008: A Belgrado viene arrestato Karadzic |
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