di Luca Garosi
Arte e moda andavano a braccetto per Yves Saint Laurent, creatore di collezioni memorabili ispirate alle opere di grandi pittori, quando questo abbinamento non era ancora scontato.
Il suo preferito era Picasso e pensando al padre del cubismo disegnò una linea di abiti nel 1979. Anche nel cinema e nel teatro è stata grande la sua influenza.
Tra le dive che ha vestito Grace Kelly, l'amica di sempre Catherine Deneuve, che nel 1966 indossò il famoso smoking femminile YSL, e Claudia Cardinale.
Tra le sue collezioni più note e fortunate quella ispirata a Mondrian, creata nel 1965 quando le geometrie e colori dei quadri dell'artista vennero stampate su un abito in seta che diventò un simbolo: il cosiddetto Mondrian Dress, che allora costava 133mila lire. Ora è conservato, come una vera e propria opera d'arte, al Victoria and Albert Museum di Londra.
Nella seconda metà degli anni '60 lo stilista di origine algerina (era nato il 1° agosto 1936 a Orano, dove si era trasferita la sua famiglia, originaria dell'Alsazia Lorena), allievo di Christian Dior, crea anche abiti dall'aria pop art, alla Andy Wharol.
Nell'inverno '71-72 i libri di Marcel Proust gli suggeriscono vestiti in taffetà mentre nel 1976 i Balletti russi sono lo spunto per una collezione definita dal New York Times, «rivoluzionaria, destinata a cambiare il corso della moda».
Tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 disegna rifacendosi a Picasso e poi a Matisse, senza dimenticare il fascino dell'Oriente delle sue origini esotiche.
Restano nella storia del cinema (Cinema non a caso si chiama uno fra i profumi più noti della linea cosmetica YSL), i costumi realizzati per molti film. Fra i più emblematici quelli per Belle de Jour di Louis Buñuel, che segnò l'inizio della lunga amicizia con l'allora giovanissima Catherine Denueve, diventata l'ambasciatrice del suo stile nel mondo. Saint Laurent la vestì anche in 'La sirena del Mississippi' di Francois Truffaut (1969), in 'La Chamade' di Alain Cavalier (1968) e in 'The Hunger' di Tony Scott (1983). «E' una donna - diceva lo stilista qualche tempo prima della sua morte in un'intervista a Paris Match - che ha uno charme e un cuore meravigliosi. Per me è la più grande star mondiale. Ci scriviamo spesso: io la chiamo 'Catherine, dolcezza mia', lei mi invia pallide rose».
Yves Saint Laurent creò anche l'abito con profondo decolleté indossato da Claudia Cardinale ne 'La pantera rosa' di Blake Edwards (1963) e i vestiti sensuali di Sophia Loren in 'Arabesco' di Stanley Donen (1966). Al cinema ha vestito anche Romy Schneider in 'Cesar et Rosalie' di Claude Sautet e Leslie Caron in 'Una ragazza da sedurre' di Michael Gordon.
Profumi, occhiali, accessori di moda arricchiscono la produzione e la popolarità di Yves Saint Laurent, che durante la cerimonia di addio all'attività, nel 2002 confessa di aver conosciuto nella sua vita «la paura e la solitudine terribile. I falsi amici che sono i tranquillanti e gli stupefacenti. La prigione della depressione e quella della casa di cura».
Lo stilista muore il 2 giugno 2008, ai suoi funerali c'erano il presidente francese Nicolas Sarkozy con la moglie Carla Bruni e tutti i grandi nomi della moda, oltre a personalità del mondo dello spettacolo e intellettuali.
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Il 1° agosto nella storia
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