di Luigi Del Giudice
Occorrono poco meno di trent’anni a Rudolf Diesel per far diventare realtà quella sua idea che si pone già a ventidue anni, di realizzare, col ciclo di Carnot, un motore che, anche nelle piccole potenze, potesse raggiungere il più alto rendimento conseguibile con le macchine termiche.
Infatti, è il gennaio 1897 quando entra ufficialmente nella storia il suo primo motore. Diesel, ingegnere e inventore, vive, studia e conduce le sue ricerche tra la Francia, dove nasce a Parigi nel 1858, da genitori bavaresi, e la Germania. Durante un corso con von Linde, a Parigi, resta colpito dal basso rendimento delle macchine a vapore. Continua, poi, a Winterthur, a studiare le macchine frigorifere nelle Officine Sulzer.
Torna a Parigi e impianta una fabbrica simile per sperimentare il comportamento dei gas sottoposti a elevate pressioni. Si dedica alla realizzazione di un motore a gas ammoniacale, ma abbandona presto l’ idea perché in lui ne matura già un’altra: comprimere aria sola a alta pressione e iniettarvi il carburante pulvirulento, liquido o gassoso. Continua i suoi studi in Germania.
Dopo un brevetto, registrato nel 1892, il suo progetto diventa una realtà, anche se ancora teorica, pochi mesi dopo. Nel gennaio 1893, pubblica una nota sulla teoria e la costruzione di un motore termico razionale. E questo è l’inizio del motore diesel. Molte le critiche, più o meno fondate, alla sua pubblicazione, ma anche il plauso di autorevoli scienziati come Linde, Schroten, Zeuner e Reuleaux che lo approvano nei concetti esposti. E proprio questi commenti favorevoli contribuiscono a decidere la Maschinenfarbik di Augsburg e la F. Krupp di Essen a iniziare la costruzione del motore diesel. Così, il 17 novembre 1894 entra in funzione il primo motore diesel. Ma occorrono modifiche per ottenere il rendimento previsto e si arriva al 28 gennaio 1897 per la prova ufficiale di questo motore, voluto da Diesel, che, ancor oggi, pur nella sua evoluzione tecnologica, rispecchia le caratteristiche essenziali. Diesel non si ferma e continua a studiarne i miglioramenti del consumo e le innumerevoli applicazioni possibili: dalle macchine agricole, alle auto; nelle ferrovie, nella nautica e, tra le numerosissime altre, anche nell’aviazione. Ma l’eccesso di lavoro e di tensione gli procurano un forte esaurimento nervoso.
E’ ricoverato per parecchi mesi e l’allontanamento dal lavoro gli causa ingenti perdite finanziarie che influiscono sul suo morale. Muore il 29 novembre 1913 mentre naviga da Anversa verso l’Inghilterra, dove sta andando per impiantare una fabbrica a Ipswich. Della sua scomparsa non viene data mai una spiegazione plausibile. Ma il suo nome resta nella memoria di tutti e nella storia, in particolare, dell’automobile.
Oggi, a distanza di un secolo, segnato da un grande sviluppo tecnologico, dovuto, prima, a Armand Peugeot e alla sua passione per il diesel, e, in seguito, a Peugeot Automobiles, il motore diesel è ancora in auge. Forse, oggi, più che mai per le sue caratteristiche d’origine per costruire una vettura economica, brillante e che tutela più di altre l’ambiente.