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Religione, Gelmini ricorre contro il Tar

Sentenza discrimina chi fa corso m

Il ministero dell'Istruzione ricorrerà al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio sull'insegnamento della religione.

E' quanto ha annunciato il ministro Mariastella Gelmini. Secondo il ministro, "l'ordinanza del Tar determina un ingiusto danno nei confronti di chi sceglie liberamente di seguire il corso" di religione cattolica.

"Il Tar del Lazio ha sostenuto che per chi non sceglie l'insegnamento della religione cattolica può configurarsi una situazione di svantaggio. Tale tesi non è condivisibile."

Duro il commento della Cei alla sentenza del Tar del Lazio che esclude la presenza "a pieno titolo" agli scrutini per gli insegnanti di religione. La sentenza "rischia di alimentare diffidenza e sospetto verso la magistratura, già troppo alti", dice il presidente della commissione Cei per l'educazione cattolica, mons.Coletti."Pretestuose" le motivazioni, aggiunge, come se "parte del curriculum venisse azzerata per motivi ideologici". "La religione è parte integrante della cultura italiana". Il ricorso?"Non credo tocchi alla Chiesa,ma ai cittadini. Credo che il ministero dovrà fare ricorso".

La sentenza del Tar del Lazio
Gli insegnanti di religione cattolica non possono partecipare "a pieno titolo" agli scrutini e il loro insegnamento non può influire sulla determinazione del credito scolastico. Lo stabilisce il Tar del Lazio, accogliendo i ricorsi presentati da studenti e associazioni laiche e di confessioni non cattoliche, contro le ordinanze dell'ex ministro Fioroni per gli esami di Stato del 2007 e 2008. Secondo i giudici,"il collegamento dell'insegnamento della religione con consistenti vantaggi sul piano del profitto scolastico" può considerarsi "una violazione del principio del pluralismo","dei diritti di libertà religiosa"