Era stato soprannominato ''Der schwarze Blitz von Kitz", il fulmine nero di Kitzbuehel, perché scendeva in pista in tuta rigorosamente nera con in testa un berettino bianco con pon pon. E regolarmente vinceva. Toni Sailer è morto nella sua Kitzbuhel a 73 anni: aveva vinto tre medaglie d'oro alle Olimpiadi di Cortina nel 1956 e collezionato in tutto sette titoli mondiali. Ma era stato anche attore di cinema e teatro oltre che cantante e imprenditore.
Alto, elegante, slanciato, un sorriso accattivante, Sailer era letteralmente esploso alle Olimpiadi di Cortina d' Ampezzo con tre successi. Aveva solo 20 anni e un talento immenso. Quattro anni dopo, con altri successi e titoli mondiali nel palmares, si ritirò dall'agonismo perché gli si stavano aprendo altre strade, soprattutto quelle del cinema. Si trasferì nella Germania che stava conoscendo la sua grande ripresa economica postbellica e aveva bisogno di personaggi popolari, simpatici e vincenti. Ma anche amatissimi dalle donne. Girò più di 20 film con un discreto successo non solo nei paesi dell'aerea tedesca.
Ma Sailer recitò anche in teatro - il suo era talento vero - e resta memorabile la sua partecipazione a "Morte di un commesso viaggiatore". Si cimentò senza infamia anche come cantante di musica leggera e, per ragioni un po' misteriose, era apprezzatissimo anche nel lontano Giappone dove i suoi dischi andavano a ruba. La sua passione per lo sci non lo ha naturalmente mai abbandonato tanto che fu controfigura sulle nevi dello 007 George Lazenby in "Al servizio di sua maestà".
Gli sci, con una fabbrica, furono anche al centro della sua attività imprenditoriale in Nord America. Visse in Canada e nel 1976 sposò Frau Gabi a Vancouver, la città che nel 2010 ospiterà le Olimpiadi invernali e che sicuramente non dimenticherà di commemorare questo grande campione dello sci.