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Il 'fiuto' delle Fiamme Gialle

Finanzieri 'a quattro zampe' per scoprire droga e non solo n

di Nello Rega

Dal 1952 sono uno strumento più che importante nelle attività antidroga della Guardia di Finanza. Le unità cinofile, impiegate anche contro il terrorismo, il contrabbando e il soccorso alpino, rappresentano oggi il fiore all’occhiello delle Fiamme Gialle,che in passato “hanno arruolato” anche cavalli, muli, dromedari.

Dal 1955 il “Centro allevamento e addestramento cani” di Castiglione del Lago, in provincia di Perugia, è impegnato a fornire i cani necessari alle diverse attività della Guardia di finanza. Il reparto provvede all’allevamento e all’addestramento dei cuccioli fino al primo anno di età. Qui i cani affrontano i corsi di specializzazione che li porteranno a cimentarsi nel servizio operativo in tutta Italia, nel delicato compito della lotta al traffico di droga, prevenzione antiterroristica e soccorso in valanga e in superficie. Ogni anno gli esemplari “arruolati” variano da 80 a 100 unità. In maggioranza sono pastori tedeschi e pastori belga malinois, che per le loro caratteristiche, il loro temperamento e le loro doti, riescono a soddisfare i criteri necessari per assicurare risultati a dir poco ottimi. Basti pensare che nei primi 7 mesi di quest’anno sono state sequestrate oltre 7,6 tonnellate di droga.

In molte delle operazione di sequestro, che hanno portato all’arresto di quasi 1.800 persone, è stato importantissimo l’aiuto dei cani. Per diventare “professionisti” i cani seguono un addestramento per sfruttare alcuni istinti naturali: olfatto, gioco, capacità di caccia. Questo metodo porta il cane a dedicarsi al lavoro di ricerca con interesse, perché per lui è solo un gioco. Non cerca la droga, ma solo il suo giocattolo, un manicotto di spugna. Questo viene associato all’odore delle sostanze stupefacenti. Per questo motivo il cane cercherà sempre e solo il suo giocattolo, nascosto nelle auto, negli edifici, occultato nelle valige, ingerito con gli ovuli pieni di cocaina, inserito in doppifondi o nei containers. E in tutti quei posti creati dalla fantasia senza limiti degli spacciatori.

Da quest’anno ai cani della Guardia di finanza è stata “chiesta” anche un’altra attività. E’ quella della ricerca di soldi, quelli che transitano negli aeroporti e che, in barba alle norme valutarie, cercano di “ingannare” anche i controlli più serrati. Sono nati, così, i “cash dogs”, attivi presso il Gruppo della Guardia di Finanza dell’Aeroporto di Malpensa, alle dipendenze del tenente colonnello Emilio Fiora. Un’altra importante attività che ha aumentato la lunga lista dei successi dei cani “arruolati” nelle Fiamme gialle.

Di segreti, addestramento e cura dei cani, parla il maresciallo istruttore Nicola Gentile.

>>> Guarda l'intervista a Nicola Gentili, maresciallo istruttore delle Unità cinofile del Gruppo GDF di Fiumicino

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