Era nata per cantare. Con la sua voce, penetrante e commuovente, ha saputo interpretare in modo sublime i drammi dei personaggi di cui ha vestito i panni sulla scena. Tanto da diventare per tutti la “Divina”. Lei, Maria Callas, resta ancora oggi la regina indiscussa della musica lirica.
Nata nel 1923 a New York da genitori greci emigrati in America, a soli nove anni inizia a prendere lezioni di pianoforte e a coltivare la passione per il canto. Negli Stati Uniti resta fino al 1937. In quell’anno infatti, dopo la separazione dei genitori, la Callas torna in Grecia assieme alla madre e alla sorella Jakinthy.
Ammessa al Conservatorio nazionale di Atene, debutta sulla sena nel 1939 nella rappresentazione di fine corso “Cavalleria Rusticana”. Sempre in Grecia viene ingaggiata per “Il mercante di Venezia”, il “Boccaccio”, “La Tosca”, il “Fidelio”. Rappresentazioni che le danno modo di farsi conoscere e apprezzare dal pubblico. Ma il suo cuore è a New York. Così, nel 1944 decide di tornare nella sua città natia che però, dal punto di vista professionale, non le regala la felicità sperata. Partecipa infatti ad alcune audizioni senza successo. Poi viene ingaggiata in una compagnia di Chicago per interpretare il “Turandot” al fianco di alcuni famosi cantanti europei. Ma la compagnia fallisce pochi giorni prima del debutto in teatro.
La Callas decide allora di lasciare nuovamente l’America. Stavolta la sua meta è l’Italia. Grazie a un collega, il basso Nicola Rossi Lemeni, ha infatti conosciuto negli Stati Uniti il direttore artistico dell’Arena di Verona, Giovanni Zanatello, che la ingaggia per la messa in scena de “La Gioconda”. E’ il 1947. A Verona conosce anche Giovanni Battisti Meneghini, l’uomo che sposerà due anni dopo ma che, probabilmente non ha mai amato. Nel 1948, a Firenze, canta per la prima volta la “Norma” che nel corso della sua carriera riproporrà più di ogni altra opera. Ma la svolta artistica arriva a Venezia, quando è chiamata a sostituire l’interprete del personaggio di Elvira ne “I Puritani”. E’ un successo. Seguono altre rappresentazioni nelle quali conferma le sue doti di grande artista: “I Vespri siciliani”, “Cavalleria Rusticana”, “Aida” e via dicendo.
Nel 1954 torna nuovamente negli Stati Uniti. Questa volta l’America le porta fortuna: canta alcuni dei suoi maggiori successi e altre opere. Nello stesso anno collabora con il regista Luchino Visconti allo spettacolo d’inaugurazione della Scala di Milano. L’Italia, oltre al successo, le regala anche un nuovo amore: a Venezia conosce infatti l’armatore greco Aristotile Onassis con il quale ha un’intensa e travagliata relazione. Ottenuto il divorzio da Meneghini, la Callas spera di diventare la moglie di Onassis. Ma l’armatore le spezza il cuore sposando nel 1968 Jacqueline Kennedy.
In quegli anni, intanto, inizia il declino professionale della Callas. Nel 1961 decide di ritirarsi dalle scene. E’ Franco Zeffirelli, tre anni dopo, a convincerla a tornare a cantare sul palco. In quegli anni lavora anche nel cinema: nel 1969 è Medea nell’omonimo film di Pasolini. Quattro anni più tardi intraprende un tour con il tenore Giuseppe Di Stefano. Al suo fianco, nel 1974, si esibisce per l’ultima volta in pubblico.
Dopo la morte, avvenuta il 16 settembre del 1977, le sue ceneri sono state disperse nel mare Egeo. Di lei resta solo una lapide nel cimitero di Parigi. Ma soprattutto la sua voce che ha saputo incantare il pubblico di tutto il mondo.
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Il 16 settembre nella storia
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