The Informant!

di Sandro Calice

THE INFORMANT!

di Steven Soderbergh, Usa 2009 (Warner Bros. Italia)
Matt Damon, Scott Bakula, Joel McHale, Melanie Lynskey

Siamo dalle parti di “Burn after reading” dei fratelli Coen, per fare un esempio recente, cioè un thriller cucito con elementi paradossali e demenziali. Ma Soderbergh non ha il tocco dei Coen. Mark Whitacre (un imbolsito e bravissimo Damon) è l’astro nascente della ADM, multinazionale dell’industria agroalimentare all’inizio degli anni ’90. Per uno strano caso, Whitacre diventa informatore dell’FBI in merito a una frode sul controllo dei prezzi.

Servono prove, e Whitacre accetta di indossare un microfono e un registratore, immaginandosi come un agente segreto e profondamente convinto che alla fine la sua prova di onestà verrà addirittura premiata dall’azienda. Ma i conti cominciano a non tornare. Whitacre “scopre” sempre nuove cose e le sue versioni ogni volta diverse disorientano gli agenti dell’FBI. Presto, il confine tra verità e immaginazione sarà indistinguibile.

Tratto da una storia vera, anzi, come recita il sottotitolo, basato su un vero pettegolezzo, Soderbergh ha detto che l’idea alla base del film è che qualsiasi cosa che non potesse essere resa divertente avrebbe dovuto essere eliminata. “The informant”, in effetti, ha dei momenti esilaranti. E la sceneggiatura di Scott Z.Burns è perfetta per condurre lo spettatore nel dubbio e nello sconforto di non capire cosa stia succedendo. Resta solo l’impressione di qualcosa di incompiuto, come se la voluta leggerezza togliesse troppo spessore alla drammatizzazione, restando col fiato sospeso anche quando arriva l’atteso colpo di scena.