"Ci saranno giorni difficili sul cammino della lotta alla proliferazione nucleare ma ci saranno anche giorni di speranza come questo". Lo dice il presidente Usa Obama subito dopo il voto con il quale il Consiglio di sicurezza Onu ha approvato all'unanimità la risoluzione sul disarmo presentata dagli Usa.
La risoluzione indica come obiettivo un pianeta senza armi atomiche e chiede ai Paesi firmatari del Trattato di non proliferazione nucleare di mantenere l' impegno e ai non firmatari di partecipare allo sforzo per il disarmo. Il vertice è presieduto da Obama. Il leader libico Gheddafi non è in aula.
Il presidente iraniano Ahmadinejad attacca Israele nel suo discorso all'Assemblea dell'Onu: si è reso responsabile di "politiche inumane contro i palestinesi". Critica l'Occidente: non è possibile che "una piccola minoranza" domini la politica, l'economia e la cultura mondiali. Accusa poi le forze straniere in Iraq e Afghanistan di spargere "guerra e aggressione". Ma non accenna mai al problema del nucleare per cui l'Iran rischia sanzioni.
Infine, dice che le elezioni in Iran sono state "gloriose e democratiche". Per protesta, le delegazioni di molti Paesi lasciano l'aula, anche quella italiana, ma non quella svedese."Abbiamo un futuro comune. E' giunto il momento che il mondo si muova in una nuova direzione, basata su interessi condivisi e rispetto reciproco". Lo ha detto Barack Obama all'Assemblea Onu. "E' ora che ognuno di noi si prenda le proprie responsabilità" per "affrontare le sfide insieme".
Obama: "Serve una nuova era di cooperazione"
"Gli Stati Uniti non possono risolvere i problemi da soli", ha sottolineato il presidente americano, auspicando "una nuova era" di cooperazione multilaterale. "La speranza e un cambiamento reale sono possibili, gli Usa siano leader in questo cambiamento", ha aggiunto.
Finora "le nostre azioni non sono state all'altezza delle sfide" mondiali, ha proseguito Obama, che ha elencato le emergenze da affrontare: "Estremisti che seminano il terrore, conflitti senza fine, genocidi, armi nucleari, ghiacci che si sciolgono, povertà e pandemie". "Dobbiamo fermare la proliferazione nucleare", perseguire "una pace durevovole tra Israele e palestinesi", lavorare a "una crescita equilibrata e sostenibile". Poi, un monito a Iran e Corea del Nord: devono evitare "una china pericolosa", e una sconfessione della recente politica Usa: "La democrazia non può essere imposta dall'esterno".
Gheddafi. Il leader libico Gheddafi è intervenuto per la prima volta all'Assemblea Onu criticando duramente la Carta delle Nazioni Unite. "Questa carta - ha detto - impegna i firmatari a mantenere la pace, ma 65 guerre di aggressione sono scoppiate dopo la nascita dell'Onu, senza che si intervenisse per impedirle". Gheddafi ha poi respinto la creazione di nuovi seggi permanenti al Consiglio di sicurezza e ha giudicato non democratico il diritto di veto delle potenze mondiali: "Questo è terrorismo". E a proposito di Obama, il colonnello ha aggiunto: "Un raggio di luce nel buio, saremmo contenti se restasse presidente per sempre".
Nel suo lungo discorso, ha quindi encomiato l'accordo con l'Italia sul risarcimento dei danni del colonialismo in Libia e ha invitato il resto d'Europa a fare lo stesso nei confronti dell'Africa. Gheddafi ha anche sostenuto che il virus dell'influenza A "potrebbe essere stato prodotto in un laboratorio militare", per poi sfuggire al controllo.
Fuori del Palazzo di Vetro, durante il suo torrenziale intervento, il leader libico è stato contestato dai parenti delle vittime dell'attentato di Lockerbie. A poca distanza, un gruppo di sostenitori inneggiava alla sua figura.
Ban Ki-moon. La lotta al riscaldamento climatico e l'impegno di liberare il mondo dalla minaccia dell'atomica sono i temi in testa alle priorità dell'agenda della 64/ma Assemblea generale dell'Onu. Lo ha detto il segretario generale, Ban Ki-moon, nel suo discorso all' apertura dei lavori a New York, rivol- gendo un appello all'unità e al multilateralismo nell'affrontare queste sfide. Fra gli impegni più pressanti, Ban ha ricordato la liberazione della leader birmana San Suu Kyi, la ripresa del negoziato di pace in Medio Oriente e la volontà di stabilizzare l'Afghanistan.
Berlusconi: Uniti contro la sfida per il clima
"La sfida del clima si vince solo con l'impegno e la concordia di tutti i protagonisti dell'economia mondiale". Lo ha detto il premier Berlusconi, nel suo intervento all'Assemblea Onu in qualità di presidente del G8. Illustrando i risultati del vertice dell'Aquila, Berlusconi ha sottolineato la necessità di "abolire i paradisi fiscali" e creare un "sistema globale di riserve strategiche di materie prime". No anche al protezionismo, mentre va regolato "il mercato dei futures". Poi ha respinto l'ipotesi di nuovi seggi permanenti nazionali nel Consiglio di sicurezza Onu: aumenterebbe "il senso di esclusione" di molti Paesi.
"La storia dimostra che nessuna crisi è insuperabile. ma bisogna essere positivi, determinati e, soprattutto, uniti. Dobbiamo rimboccarci le maniche tutti insieme". "Il G8 mantiene la sua importanza. Con il G20, che ora gli si va affiancando, occorre trovare il migliore coordinamento per affrontare la governance mondiale dell'economia", ha spiegato il premier. Poi l'elogio a Obama: "Ha parlato con il cuore, ha espresso traguardi che condivido e che anch'io pensavo di proporre".