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26 ottobre

Trieste ritorna all'Italia, trapiantato il cuore di un babbuino su una neonata, agenti del Mossad uccidono il leader della Jihad islamica, termina la crisi del teatro Dubrovka di Mosca

Nato a Milano il 26 ottobre 1939, Beppe viola si occupò sempre di sport, anche se era stato 'scoperto' nel mondo dello spettacolo, soprattutto del cabaret. Lungo il suo sodalizio con personaggi come Enzo Jannacci, Cochi e Renato, Massimo Boldi, Paolo Villaggio, Teo Teocoli. Collaborò alla stesura dei loro testi, all'epoca considerati 'di rottura'. E con Jannacci, con il quale era cresciuto nello stesso cortile fra via Lomellina e piazza Adigrat, nel 1975 scrisse la canzone ‘Quelli che…’, diventata poi famosa grazie alla trasmissione di RaiDue ‘Quelli che il calcio’, che ne ha fatto omaggio postumo. Un estro che mise anche al servizio del giornalismo sportivo.

Come molti altri colleghi, poi affermatisi in altre testate, aveva cominciato la carriera all'agenzia ''Sport informazioni''. Era il 1961 quando fece il suo ingresso alla Rai. A quell'epoca, non c'erano ancora gli esami da giornalista. Chi approdava alla Tv di Stato lo faceva da collaboratore, veniva messo in 'cucina' e poi, pian piano, diventava giornalista. Dopo cinque anni di tirocinio, divenne dunque professionista: era il 1966.

Fu alla televisione, poi alla radio, poi ancora alla tv. Nel 1977, con la riforma, optò per il Tg1, entrando a far parte dell’equipe della ''Domenica sportiva''. Non ci volle molto perché il suo diventasse uno dei volti più conosciuti. Si occupò anche di telecronache, per quanto il suo linguaggio spregiudicato meglio si imponeva nei servizi di commento. “Palla a Butcher, ancora Butcher, tiro... Butcher in inglese significa macellaio”, disse durante una telecronaca ai Mondiali di calcio del 1982. E in un servizio per una partita del Milan andato in onda a 90° minuto, commentò: “Occasione per il Milan, ma Calloni (attaccante, n.d.r) sventa la minaccia”. Da telecronista, fu inviato della Rai a tre Olimpiadi e ai Mondiali di calcio di Germania, Argentina e Spagna.

Il suo stile dominava anche negli articoli scritti per una rubrica fissa sui periodici della ''Universo'', mentre con alcuni colleghi organizzò una agenzia di informazioni sportive. Morì improvvisamente a 43 anni, per una emorragia cerebrale, durante il montaggio di un servizio su una partita tra Inter e Napoli. Era il 17 ottobre del 1982.

>>> Guarda il video (da Speciale Tg1)



Il 26 ottobre nella storia

1954: Dopo 11 anni di occupazioni, la città di Trieste ritorna all'Italia 1984: Trapiantato il cuore di un babbuino su una neonata 1995: Agenti del Mossad  uccidono il leader della Jihad islamica Shikaki 2002: Mosca, teatro Dubrovka: muoiono 50 ribelli ceceni e i 50 ostaggi

 

 

 

Pagina realizzata in collaborazione con Rai Teche.