Da alcune settimane, Yemen e Arabia Saudita, Paesi opposti da storiche rivalità e tensioni ricorrenti, combattono un nemico comune: i miliziani Huthi, appartenenti alla minoranza sciita, in lotta per una maggiore autonomia.
La rivolta degli Huthi, in corso da 5 anni, si è intensificata lo scorso agosto nell'estremo nord-ovest dello Yemen vicino al confine saudita.
Il governo di Sanaa, già alle prese con un movimento secessionista nel sud e sporadici attacchi dei miliziani di Al Qaeda, ancora attivi nel Paese, è stato incapace di sedare la ribellione. Ad oggi, gli sfollati sono circa 175.000.
Da crisi interna, circoscritta a un governo e un gruppo ribelle, il conflitto ha assunto una valenza internazionale sempre più marcata e pericolosa.
Il 5 novembre,dopo l'ennesimo sconfinamento e l'uccisione di una guardia saudita da parte degli Huthi, il governo di Riad si è schierato a fianco dello Yemen ed è sceso in campo con l'esercito e l'aviazione a difesa della propria integrità territoriale e religiosa.
A ciò si aggiungono le accuse che quasi ogni giorno il governo yemenita muove nei confronti dell'Iran, Repubblica islamica sciita, ritenuta senza mezzi termini lo sponsor della rivolta.