A CHRISTMAS CAROL

di Sandro Calice

A CHRISTMAS CAROL
di Robert Zemeckis, Usa 2009 (Walt Disney)

Jim Carrey, Gary Oldman, Colin Firth, Christopher Lloyd, Bob Hoskins, Daryl Sabara, Jacquie Barnbrook, Molly C. Quinn, Robin Wright Penn, Cary Elwes.

“A Christmas Carol” (Canto di Natale) scritto da Charles Dickens nel 1843, è probabilmente la storia sul Natale più saccheggiata da cinema, teatro e fumetto (Carl Barks si ispirò proprio a Scrooge, il protagonista del romanzo, per creare il suo Paperon de’ Paperoni, che infatti originariamente si chiamava Scrooge McDuck). Zemeckis ne recupera splendidamente l’atmosfera gotica originale. Per cui, lo diciamo subito, questo non è un film per bambini.

Ebezener Scrooge (Carrey) è un vecchio avaro che vive a Londra. Odia il Natale, considerandolo una ipocrita perdita di tempo e se la prende col fedele contabile Cratchit (Oldman) e con l’ottimista nipote Fred (Firth), figlio della defunta sorella. Sette anni dopo la morte di Marley, il suo socio d’affari Scrooge si appresta a passare la sera della vigilia di Natale come al solito da solo nella sua casa. Ma quella notte gli appare il fantasma di Marley: gli racconta delle pene che deve subire per aver condotto una vita arida e gli preannuncia la visita di tre spiriti, quello del Natale passato, quello del Natale presente e quello del Natale futuro. Uno Scrooge terrorizzato e incredulo sarà costretto per la prima volta a guardare alla sua vita e a riflettere sulle conseguenze delle sue azioni. Forse c’è ancora tempo per salvare la sua anima.

E’ “la migliore storia sui viaggi nel tempo mai scritta”, dice Zemeckis che, dopo il pioneristico “Chi ha incastrato Roger Rabbit?” e i più recenti “Polar Express” e “Beowulf”, sembra aver trovato nella tecnologia (il performance capture – il procedimento che cattura digitalmente le interpretazioni degli attori con cineprese computerizzate a 360 gradi - e il 3D) la sintesi perfetta delle sue visioni. Si, perché – sia detto per i neofiti – qui non stiamo parlando di “cartoni animati”, ma di vere e proprie prove d’attore che la tecnologia permette di amplificare fin dove si può sbizzarrire la fantasia. E ognuno degli attori, Carrey su tutti, interpreta più ruoli. Quanto alla storia, è una favola dei buoni sentimenti, certo, sulla possibilità di redenzione che ognuno di noi può avere, ma Zemeckis la racconta da un punto di vista adulto, con atmosfere degne di un horror, senza indulgenze e edulcorazioni. E proprio per questo, in barba alla presunta leggerezza dell’animazione, “A Christmas Carol” è un bel film.