IL MIO AMICO ERIC

di Sandro Calice

IL MIO AMICO ERIC
di Ken Loach. Belgio, Francia, Gran Bretagna, Italia 2009 (BIM)
Éric Cantona, Steve Evets, John Henshaw, Stephanie Bishop, Lucy-Jo Hudson.

Loach racconta sempre quell’umanità che conosce meglio, la working class britannica, persone comuni capaci di normali eroismi quotidiani. Solo che questa volta lo fa con una commedia, una storia surreale sull’amicizia e la solidarietà.

Eric Bishop (Evets) è un postino di mezza età sull’orlo della depressione. Trent’anni prima, colto dal panico della responsabilità, ha abbandonato Lily, la donna che amava follemente, e Sam, la figlia appena nata. Una ferita con cui non ha mai fatto pace. Si è risposato, ma la nuova moglie se n’è andata lasciandogli due figli avuti da storie precedenti. Eric è un uomo generoso e se ne prende cura, ma da adolescenti non riesce più a gestirli. Ryan, il maggiore, poi, comincia a frequentare Zac, un malvivente locale. La situazione precipita quando Sam propizia un incontro tra Lily ed Eric, che viene preso dal panico, fugge e ha un incidente. I colleghi e amici di Eric cominciano ad architettare una serie di strategie per tirarlo su, con esiti comici. Finchè una notte Eric ruba un po’ d’erba al figlio e chiuso nella sua stanza si sfoga con la sagoma a grandezza naturale del suo mito: Eric Cantona, l’idolo dei tifosi del Manchester United, “il Re”. E Cantona in carne e ossa si siede sul letto accanto a Eric e comincia a regalargli pillole di saggezza. Eric Bishop è pronto per essere un uomo nuovo, “il Re” adesso è con lui.

L’idea, divertente e riuscita, ricorda il Woody Allen di “Provaci ancora Sam”, con il personaggio Cantona novello Bogart dai consigli infallibili. Ma la vaga similitudine finisce qui. Anche perché se lì c’erano donne da conquistare, qui c’è una vita da ricostruire. E l’espediente comico dell’idolo che ci dà la forza di riprenderci il nostro destino è appunto il pretesto per raccontare una storia di grande umanità, di sentimenti veri, per dirci di quanto conti non restare da soli e quanto sia importante riuscire a fidarsi dei veri amici, e persino per ricordarci – a noi, qui, nella provincia italiana – quanto possano essere nobili ed epici il gioco del calcio e la passione per una squadra. Il film è stato fortemente voluto da Eric Cantona, che ha cercato Loach per proporgli una storia sul calcio. La storia è poi diventata anche altro, ma sappiate che alcune tra le battute migliori che il calciatore recita nel film sono episodi realmente accaduti.