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I due aspiranti al Palacio de la Moneda

Sebastian Piñera e Eduardo Frei frei_pinera_296

Già sconfitto 4 anni fa da Michelle Bachelet, Sebastian Piñera prova per la seconda volta a imprimere una storica svolta alla politica cilena. E’ in campagna elettorale dal 2006, poiché la sua candidatura venne decisa all’indomani delle ultime presidenziali. Figlio di un diplomatico e nipote di un vescovo, trascorre l’infanzia tra Belgio e Usa, dove più tardi si specializzerà in Economia alla prestigiosa università di Harvard. E’ uno degli uomini più ricchi del Cile: possiede il 100% della tv Chilevision, il 26% delle linee aeree Lan e il 13% della pluripremiata società calcistica Colo-Colo, ma è anche coinvolto in diversi scandali finanziari. La sua discesa nell’agone politico risale al 1989, quando viene eletto senatore nel partito per il Rinnovamento nazionale, che guida dal 2001 al 2004. Pur prendendone le distanze, riconosce all’ex dittatore Pinochet di aver ammodernato il Paese, consolidandone l’economia di mercato. La sua ricetta si propugna un modello marcatamente liberista. Promette un milione di posti di lavoro e la riduzione delle tasse per i combustibili; è contrario all’aborto ma favorevole alle unioni civili e alla pillola del giorno dopo.

Figlio di un altro Eduardo Frei, che fu capo dello Stato tra il 1964 e il 1970, il candidato del centro-sinistra è stato il secondo presidente dell’era post-Pinochet. Sotto il suo mandato, il Paese si è aperto a sempre più proficui scambi con i vicini sudamericani (con l’ingresso nella comunità economica Mercosur), nonché con l’Europa e gli Stati Uniti. Un buon ritmo di crescita economica gli ha consentito di rafforzare alcuni settori dello stato sociale. Le difficoltà maggiori gli si sono presentate con l’arresto di Augusto Pinochet a Londra, su ordine di un giudice spagnolo. All’epoca, Frei chiese il rientro dell’ex dittatore in patria, sostenendo che solo la magistratura cilena poteva processarlo. Tale presa di posizione suscitò non pochi malumori e prese di distanza in seno alla coalizione che lo appoggiava. Oggi, propone un modello economico in cui lo Stato continua a svolgere un ruolo di rilievo, si dichiara contrario alla privatizzazione dell’industria del rame, una delle maggiori fonti di ricchezza del Paese, e favorevole alla nazionalizzazione del trasporto pubblico.

Nella foto: Sebastian Piñera (a sinistra) ed Eduardo Frei