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'I tedeschi e il mito della spazzatura'

Per Aya Bach, che vive tra l’ex capitale Bonn e la ritrovata capitale Berlino, il bidone delle immondizie è diventato l’emblema della classe media e della società tedesca g

Storia di come un semplice bidone della spazzatura sia diventato un emblema della cultura nei giardini privati dei tedeschi: viaggio fra i complessi di villette a schiera, ma anche altrove.

Alle volte credo che i tedeschi abbiano un rapporto particolarmente intimo con la spazzatura. Non immaginate neanche cosa possiate trovare, recandovi in un qualsiasi supermercato per acquistare dei sacchetti della spazzatura. Ovviamente esistono i sacchetti rinforzati e, tanto per andare sul sicuro, anche quelli superRinforzati, quelli con le maniglie, con il laccio scorrevole o elastico. Ci sono buste biodegradabili e persino antibatteriche. Immagino esistano anche in Italia, ma, diciamoci la verità, conoscete qualcuno che compri questa roba? Io no di certo, nonostante m’impegni molto a favore dell’ambiente, abbia rinunciato alla mia macchina e mi muova ora solo in bicicletta. In quanto a spazzatura, invece, non sono da prendere a modello. Riciclo sempre vecchie buste della spesa, che riempio fino in fondo senza differenziare. Da un punto di vista politico quello che faccio non è affatto corretto. Probabilmente sarò anche costretta a pagare una multa se qualcuno della nettezza urbana tedesca dovesse casualmente leggere quest’articolo. Da noi in Germania, infatti, tutto è disciplinato meticolosamente. Ma questo lo sapete già, inutile che ve lo spieghi.

Angolo retto
No, mi preme piuttosto parlarvi del mistero della pattumiera tedesca. A quanto pare i tedeschi amano la loro spazzatura a tal punto, da aver escogitato i più strani rituali. D’altronde non si dice più come una volta “buttare” la spazzatura. Oggi si usa solo il verbo “smaltire”. Questo la dice lunga sulla rivalutazione applicata nel corso degli anni a tutta quella roba, che nessuno vuole più. Provate ad attraversare un qualsiasi paesino tedesco, mettiamo di martedì mattina, e, lungo il ciglio della strada, davanti ad ogni (!) casa, noterete subito un bidone giallo, ordinatamente allineato ad angolo retto con lo scalino del marciapiede. Se non sapeste che si tratta della pattumiera per i materiali riciclabili, nella quale gettare i flaconi di detersivo vuoti, le vaschette per gli affettati e quelle abominevoli quantità di plastica che rivestono sempre la frutta biologica, potreste pensare che la gente stia aspettando qualcuno che infili qualcosa in quei deliziosi contenitori gialli. Invece succede esattamente il contrario: arrivano gli uomini della nettezza urbana, svuotano quegli attrezzi e li sbattono a terra lungo il ciglio della strada, ovviamente senza fare attenzione all’angolo retto. Fra l’altro è proprio così, senza nemmeno guardar dentro, che potete riconoscere se un bidone sia già stato svuotato oppure no. Angolo retto: pieno. Disposto in maniera disordinata: vuoto. Non potete sbagliarvi.

L’indipendenza culturale dei Länder
Ancor più interessante della rituale parata lungo le strade dei paesini, è quello che combinano i tedeschi all’interno dei loro complessi residenziali di villette a schiera alla periferia delle città. Nel frattempo, infatti, oltre al bidone giallo per la plastica, ognuno ha davanti alla propria casa anche un bidone verde per i rifiuti biologici e un bidone nero per tutti i materiali considerati non riciclabili. Alle volte ci sono anche le pattumiere blu per la carta, ma concentriamoci sulla triade nero-giallo-verde, che alle volte può anche essere marrone. Sì, perché a seconda di dove abitiate, il bidone per i rifiuti organici può anche essere di colore marrone. Non saprei dirvi perché sia così, ma questi tre bidoni disposti lungo i complessi di villette a schiera è una questione di carattere culturale. Non mi sono mai accorta di fenomeni simili negli altri Paesi del mondo, nemmeno in Svizzera, dove la spazzatura viene subito rinchiusa in una specie di carcere di massima sicurezza chiamato “casa della spazzatura”.

Una casa per la spazzatura
Il tedesco è ben lontano da queste forme di disprezzo. Lui preferisce prendersi cura della spazzatura da lui prodotta, coltivandola davanti alla sua porta di casa. La cura è tanta, da aver predisposto per questo Trio di tre bidoni, incantevoli dimore e decorazioni: costose recinzioni in legno massiccio, a scelta anche intrecciate in filigrana, eleganti reticolati sui quali si arrampicano piante sempreverdi. Nei grandi negozi di bricolage è possibile acquistare addirittura una “casetta doppia con tetto a cupola e rivestimento in laminato perforato” che non è quella cosa dove andrete a vivere con la vostra famiglia, bensì l’accogliente e familiare dimora per i vostri bidoni della spazzatura. Personalmente quelli che mi piacciono di più sono i rivestimenti per bidoni con motivi floreali: sotto un tanfo insopportabile, ma sul coperchio rose profumate. La situazione si fa ancor più bizzarra: su alcune fodere per la pattumiera, infatti, troneggiano figure di animali. Stranamente, l’immagine più apprezzata è quella del rospo, ma ci sono anche le versioni più tradizionali decorate con i nanetti da giardino. Da qualche anno a questa parte, in autunno, arriva puntualmente l’invasione dall’America. Squadroni di truppe statunitensi della divisione “zucche di Halloween” assalgono i giardinetti privati dei tedeschi e, con loro, anche l’innocente ensamble di bidoni. Tutte queste degenerazioni del buon gusto hanno una cosa in comune: la spazzatura tedesca è una questione sulla quale non si scherza.

Veraci televisori di strada
Prima che vediate confermati i più tremendi pregiudizi sulla Germania, devo richiamare la vostra attenzione: Si può fare anche diversamente! Io vivo al centro di Berlino, a Neukölln, un quartiere dove non esistono affatto villette a schiera, tantomeno ambiziosi pseudo artisti decoratori di bidoni della spazzatura. Alle volte verrebbe addirittura da pensare, che non esistano neanche i bidoni della spazzatura. Ovviamente, non è così, ma esistono delle persone che preferiscono buttare la propria immondizia altrove. Ieri, ad esempio, mi sono ritrovata un sofà blu capovolto sul marciapiede. Poi sono arrivati i cani e hanno demarcato il loro territorio, sollevando tutti insieme la zampa. Oggi, quando sono ripassata, il sofà era stato fatto a brandelli. Non so se siano stati i cani. Ad ogni modo, sono proprio curiosa di vedere se domani sarà rimasto nulla del povero sofà. Da qualche giorno, invece, sull’altro lato della strada, hanno abbandonato un televisore. Qualcuno ha già provveduto a ridurlo in mille pezzi, tanto che ora è possibile osservare con attenzione cosa si nasconda dentro un tubo catodico. In questi casi la nettezza urbana non si prende neanche la briga di passare. Prima o poi, rifiuti del genere spariscono sempre, altrimenti non si transiterebbe più a furia di sofà, televisori, frigoriferi e materassi abbandonati lungo il margine della strada.

Disgusto mascherato
Debbo farvi una confessione: Ci sono momenti in cui preferisco un verace televisore di strada a quegli ipocriti complessi di pattumiere decorate nei quartieri e nelle periferie dove abitano i virtuosi piccolo borghesi, sempre pronti a schierarsi moralmente dalla parte giusta. A questo punto penserete, forse, che io non mi renda conto della fortuna che ho nel sapere, che la cosa peggiore della spazzatura tedesca siano i decoratori di pattumiere! Altro che emergenza rifiuti in Sicilia, Mafia e quant’altro. Certo, sono anni che i tedeschi fanno grandi affari importando e sistemando la spazzatura italiana con cura qui da noi. Ma di questo il piccolo proprietario dei bidoni della spazzatura non se ne fa proprio nulla. A lui basta avere il proprio giardinetto davanti alla sua casa, dove manifestare pubblicamente il suo concetto di estetica, ordine e pulizia; un luogo dove impegnarsi a nascondere la propria avversione per la spazzatura prodotta dietro imbarazzanti scenografie, capaci di rivelare, proprio come il contenuto della sua pattumiera, la vera natura del piccolo borghese. Assistere a cose del genere fa talmente male, che ti verrebbe voglia di costringere gli autori di questi allestimenti a starsene un giorno in ginocchio a meditare davanti al proprio altare della spazzatura.
La prossima volta che verrete in Germania, non soffermatevi ad ammirare solo la Porta di Brandeburgo o il Duomo di Colonia ma guardate anche più in là, dove le persone si sono messe comode senza scordarsi la propria spazzatura. Imparerete a conoscere la vita in Germania molto più di quanto non abbiate mai voluto. Se sarete sopravvissuti a questa esperienza e vorrete tornare a farci visita, non ci saranno più alter spiacevoli sorprese ad attendervi in Germania.

Aya Bach lavora alla redazione Cultura della Deutschen Welle Traduzione: Soledad Ugolinelli