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“Panique au village” di Stephane Aubier e Vincent Patar (Belgio) ha vinto il Platinum Grand Prize del Future Film Festival 2010. La giuria composta dall’illustratrice Francesca Ghermandi, dal musicista e scrittore Emidio Clementi e dal giornalista Nick Vivarelli, lo ha premiato come miglior lungometraggio d’animazione o con effetti speciali “per aver creato un film fresco che è un’esplosione di energia creativa dal punto di vista visivo, drammaturgico, e anche musicale. Con gran coraggio, convinzione e una cura appassionata nell’uso della stop-motion animation, i registi hanno saputo dimostrare che non servono sofisticate, e talvolta meccaniche, tecniche al computer per creare un mondo fantastico capace di sorprenderci, di stupire, e di farci riscoprire l’immaginario sconfinato, l’innocenza, la crudeltà, e sopratutto l’irriverenza dell’infanzia”.
PANIQUE AU VILLAGE
di Stephane Aubier e Vincent Patar, Belgio 2009
Animazione.
Cowboy e Indiano vogliono fare una sorpresa a Cavallo per il suo compleanno. Ma essendo irrimediabilmente maldestri, gli distruggono casa. Cominciano una serie di disavventure che coinvolgeranno il placido villaggio e i suoi abitanti e che porteranno i tre a viaggiare nel centro della Terra, in un deserto ghiacciato, sul fondo del mare. Mentre Cavallo ha un appuntamento con la “ragazza” dei suoi sogni che non riesce mai a rispettare. Tratto dall’omonima serie animata, “Panique au village” è un divertente esempio di stop motion, con protagonisti di plastilina simili ai vecchi soldatini che sembrano sempre in preda a isteria, che si muovono a scatti “come se respirassero anfetamine e gas esilarante”, per dirla con gli autori. Surreale, eccessivo, nevrotico, ci sorprenderà vedere cosa sono capaci di fare quei pupazzetti con cui giocavamo da bambini. Anche se, nella nostra fantasia, l’abbiamo sempre saputo.
Una menzione speciale è stata assegnata a “Edison & Leo” di Neil Burns (Canada) “per l’originalità del racconto, la complessita dei personaggi, e gli alti valori produttivi di un film che ci offre un punto di vista indubbiamente inusuale su un personaggio storico, mescolando un tipo di estetica generalmente associata con film per bambini a delle tematiche assolutamente adulte”.EDISON & LEO
di Neil Burns, Canada 2008
Animazione, stop-motion. Voci di Powers Broothe, Ben Cotton, Quinn Lord, Gregory Smith, Carly Pope.
Non proprio un film per bambini. George T. Edison è un vero genio. Tutta la sua vita è incentrata sulle invenzioni e sulla sua egoistica convinzione di poter trovare una soluzione a qualsiasi problema, anche a costo di ferire la sua famiglia. Ha una moglie devota, Lotte, e due figli: un primogenito incapace, Faraday, e il ben più forte Leo. La sua folle passione per la scienza provocherà una tragedia e renderà Leo una sorta di dinamo vivente, impossibilitato a toccare chiunque per paura di carbonizzarlo. Dieci anni dopo, Leo, ormai sedicenne, troverà l’amore, la verità sul passato e forse la forza di affrontare il padre. Nonostante il tono scanzonato e la leggerezza dei personaggi animati con ottimo mestiere, “Edison & Leo” è una favola dark, un racconto di formazione, sul passaggio dall’adolescenza all’età adulta di un ragazzo con un padre ingombrante, animato da buone intenzioni ma sempre ferocemente ripiegato sul suo ego. A volte i figli devono educare i padri.
Gli altri premi. Tra i cortometraggi in concorso per Future Film Short i più votati dal pubblico del FFF, che si sono aggiudicati il Premio del Pubblico Groupama sono: “Fard” di David Alapont e Luis Briceno (1000 euro) e “The Man is the Only Bird that Carries his own Cage” di Claude Weiss (500 euro). Una giuria composta dal fumettista Vittorio Giardino, dal giornalista Franco Giubilei e dal cartoonist e regista Matteo Stanzani ha inoltre assegnato il Premio della Giuria – Provincia di Bologna (1000 euro) per il miglior corto a “The Lighthouse Keeper” di David Francois, Rony Hotin, Heremie Moreau, Baptiste Rogron, Gaëlle Thierry, Maïlys Vallade, “straordinario racconto dell’avventura di un guardiano del faro imbattutosi in una lucciola di dimensioni colossali”. Sottolineando l'alta qualità dei concorrenti, la Giuria ha inoltre deciso di assegnare una menzione speciale a “De si près” di Remi Durin “per la finezza della grafica e la forza delle immagini che alternano una semplice e serena realtà quotidiana fatta di segni leggeri e immagini chiare ai tragici ricordi della Grande Guerra, espressi con uno sconvolgente e violento bianco e nero”.
Numeri e bilanci. Più di 120 appuntamenti tra proiezioni, incontri e laboratori (su tutti, il premio Oscar Joe Letteri con il making di Avatar in anteprima mondiale e il focus sul maestro Saul Bass), 21 lungometraggi in anteprima, 120 cortometraggi, opere provenienti da 25 paesi. Sono questi i numeri del Future Film Festival 2010, che si chiude come si era aperto, con i direttori Giulietta Fara e Oscar Cosulich che ricordano quanto la manifestazione abbia sofferto del taglio dei fondi da parte delle istituzioni: “Questo festival – hanno detto nella conferenza stampa di chiusura - temevamo di non poterlo fare e alla fine abbiamo deciso di andare comunque avanti solo per rispetto nei confronti del pubblico e dei nostri collaboratori. Il budget drasticamente ridimensionato ci ha costretto a rinunciare a prestigiosi appuntamenti, ospiti e anteprime. Ciò nonostante siamo riusciti a mantenere alto il livello della programmazione. Siamo dunque particolarmente soddisfatti dell’apprezzamento dimostrato dal pubblico che ha gremito le sale e ci ha confermato la bontà delle nostre scelte. Anche le due giurie sono state concordi nel considerare ottima la selezione dei titoli in programma. Ovviamente – hanno concluso pensando alla prossima edizione - “ovviamente i miracoli si fanno una volta sola”.