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Salute mentale: troppi nel mondo restano senza cure

Benedetto Saraceno, direttore del dipartimento di salute mentale dell’Organizzazione mondiale della sanità, lancia l’allarme Foto di Ugo Panella

Quasi ovunque nel mondo le persone con disturbi mentali non hanno accesso alle cure e spesso vengono discriminate. Benedetto Saraceno, direttore del dipartimento di salute mentale dell’Organizzazione mondiale della sanità, lancia l’allarme: la violazione dei diritti umani è un’emergenza planetaria- “Ci sono persone che stanno male e servizi che non funzionano - ci dice Saraceno - Le persone non ricevono nessuna risposta , la domanda di salute mentale e’ inevasa, e questo avviene sia nei paesi ricchi che in quelli poveri”.

Quante persone, nel mondo, soffrono di disturbi di salute mentale?
Noi facciamo una stima approssimativa. E’ difficile avere dati certi. Noi stimiamo che nel mondo 450 milioni di persone che hanno un problema di salute mentale. importante La maggior parte vive in paesi molto poveri.

Quanti di loro hanno accesso alla cura?
In certi contesti come l’Africa l’’85% non vedrà mai nella sua vita non solo uno specialista, ma neppure un medico. Abbiamo dei tassi di non trattamento che possono raggiungere anche il 90%. Parlo dell’Africa, di certe regioni dell’Asia. Questi dati non sono più veri se ci muoviamo in Europa, o negli Stati Uniti, nei Paesi più sviluppati.

ll 15% dei fortunati che riceveranno assistenza, che tipo di cura avranno? Soddisfacente?
No, non soddisfacente, soprattutto dal punto di vista dei diritti umani-. Le persone con problemi seri di malattie mentale sono ancora sottoposte a sistematiche violazioni, sia per i luoghi in cui sono internati, ospedali psichiatrici fatiscenti, sia perchè vengono isolati e stigmatizzati all’interno delle loro stesse comunità. Sono situazione fortemente oppressive e repressive.

La situazione è preoccupante?
Molto. Anche nei paesi più industrializzati e sviluppati la qualità media degli Ospedali psichiatrici è sconfortante. Il numero di persone trattate , in questi paesi, è sicuramente superiore al 15%, però molte delle persone sono internate in Ospedali psichiatrici che non sono molto diversi da quelli che avevamo in Italia prima sella Riforma psichiatrica. Ci sono paesi che hanno inaugurato riforme importanti, mutuate dall’Italia,. L’Inghilterra ha fatto passi importanti,, la Svezia , la Spagna. ha esperienze di punta nelle Asturie ( superamento dell’Ospedale psichiatrico, creazione di letti nell’Ospedale generale e una rete importante di servizi territoriali Il Brasile ha una delle riforme più interessanti del mondo. Quindi non è che tutto sia oscuro, però il problema della violazione dei diritti umani rimane una emergenza a livello planetario.

Qual è il modello mutuato dalle Nazioni avanzate?
Difficile parlare di un unico modello. Ci sono delle costanti. Dove c’è stata una riforma seria c’è stata una messa in questione dell’Ospedale psichiatrico tradizionale , riduzione massiccia dei letti e a volte la sua chiusura, proliferazione di servizi posti nella comunità, o di residenze protette piccole, di dimensioni umane, in cui le persone ritrovano una reintegrazione e una riabilitazione seria. Queste sono costanti, poi ogni paese ha un modello proprio, e all’interno degli stessi paesi ci sono modelli diversi. Noi parliamo di riforma Italiana, ma non c’è una riforma italiana. Ci sono Regioni che hanno stati diversi di avanzamento della riforma. L’Italia, nel bene e nel male, presenta grosse differenze.

La Riforma italiana è un modello?
E’ una riforma di riferimento di eccellenza, per l’Oms. Nel nostro rapporto mondiale sulla salute mentale c’è un chiaro riferimento al modello italiano. A livello globale tutto il sistema della salute mentale trae beneficio da esperienze come quella triestina . E’ una riforma conveniente dal punto di vista economico? I detrattori della riforma hanno sempre detto che costava di più, e non è vero. Spesso si è detto che costava di meno e anche questo non è vero. Costa uguale. Avere un manicomio che viola i diritti umani e che non cura, costa tanto quanto avere un servizio efficiente, che cura, e che non è il manicomio. A parità di costi resta solo una scelta.

Foto di Ugo Panella tratta dal sito del Dsm di Trieste