Sanremo 2010


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Giovani: vince Maiello, premio critica a Zilli

Fischiato il trio di Pupo con Lippi, J.Lo è la diva tony_maiello_296

Gli attesi duetti regalano poche emozioni, nella serata che incorona Tony Maiello con “Il linguaggio della resa” vincitore della categoria Sanremo Nuova Generazione, che vede Jennifer Lopez diva indiscussa e registra sonori fischi per Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici, con le Divas e Marcello Lippi. Nella categoria Artisti escono definitivamente Fabrizio Moro ed Enrico Ruggeri.

Vince dunque Maiello, che viene da “X-Factor”. Dei quattro giovani rimasti in gara avrebbe meritato Nina Zilli, l’unica con un pezzo e una personalità che promettono bene, che infatti stravince il Premio della critica “Mia Martini” assegnato dalla sala stampa dell’Ariston con 48 voti (Maiello è terzo con 11 voti). Ed escono tra gli Artisti Moro e Ruggeri, sicuramente non le canzoni peggiori tra quelle in gara, anzi. Ci eravamo illusi nelle prime due serate con il voto della giuria demoscopica, ma questa invece è la solita, bruta realtà del televoto. Il fatto, noto, è che Sanremo è una manifestazione televisiva più che musicale e che quindi premia chi la tv rende famoso. Per chiudere il cerchio in perfetta par condicio, domani sera potrebbe vincere qualcuno proveniente da “Amici”. Non prendiamocela, se succederà.

La serata si è aperta con un’esibizione del Dj Bob Sinclar, che trasforma l’Ariston in una discoteca e che ovviamente gli ottimi autori di questa edizione hanno pensato bene andasse accompagnata dall’irruzione del comico Giovanni Vernia, quello di “essiamonoi”. L’effetto è stato tutt’altro che divertente.

I duetti sono aperti da Malika Ayane accompagnata dall’etoile Sabrina Brazzo, che aggiunge poco alla già elegante performance della cantante. Simone Cristicchi porta sul palco il coro dei minatori di Santa Flora e Irene Grandi si accompagna con Marco Cocci. La canzone di Irene Fornaciari con i Nomadi è la prima a guadagnare spessore dalla collaborazione con Mousse T. e Suzie: “Il mondo piange” diventa quasi un bel gospel. Marco Mengoni si arrampica su tonalità ardite insieme al Solis String Quartet confermando di essere molto bravo ma inutilmente eccessivo.

La contestazione. Poi Antonella, che stasera indossava il vestito che le ha donato di più finora, annuncia Pupo & C. e dalla platea partono sonori fischi. Il trio era accompagnato, oltre che dalle Divas, dal ct della nazionale Lippi, che ha presentato e sponsorizzato la canzone forzando il regolamento, che non consente agli artisti di parlare durante un’esibizione. E per la serie “senza pudore le proviamo tutte”, il trio ha anche cambiato una strofa della canzone aggiungendo un riferimento alla vittoria della Coppa del mondo di calcio, mentre sul video scorrevano le immagini della Nazionale. I fischi si sono ripetuti quando è stato reso noto che il trio era passato in finale. E pare che nella notte i tre abbiano continuato a essere contestati da alcuni passanti mentre cenavano in un ristorante. Tra le altre esibizioni, ricordiamo gli occhiali che Arisa (accompagnata dalla Lino Patruno jazz band) si è tolta e quelli bianchi che dopo 30 anni Ruggeri si è rimesso per esibirsi con i redivivi Decibel. Jarabe de Palo e Dj Jad hanno dato spessore al pezzo di Moro e Povia, oltre a Marco Masini, ha portato sul palco una ballerina bambina della quale, francamente, avrebbe potuto fare a meno.

J.Lo. Oltre agli impalpabili Tokyo Hotel e alla nostra Cristiana Capotondi, ospite clou della serata è stata Jennifer Lopez, che dopo aver ballato e cantato pezzi scelti dai suoi successi ha risposto alle domande di Antonella, mirate, come d’abitudine, a conoscere la donna dietro la diva: abbiamo appreso che J.Lo ha giornate uguali a tutte le donne, si alza al mattino, sta con i figli, va a lavorare e torna la sera a casa. Che il miglior modo per mantenersi in forma è il ballo. Che il suo fondoschiena è solo una diceria che sia assicurato. E che per essere sexy e vincenti “conta quello che abbiamo dentro”. “Beh – ha chiosato la Clerici – quando una c’ha tutto così fuori!”.