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Facebook, oscurato il gruppo shock contro i bimbi Down

Gli ideatori inneggiavano all'eliminazione dei bambini affetti dalla sindrome bimbi_down_296

di Luca Garosi

E' stato oscurato il gruppo shock su Facebook contro i bambini Down mentre sono ancora attivi i 46 gruppi nati contro questa iniziativa.

"E' così difficile da accettare questa malattia... perché dovremmo convivere con queste ingnobili creature...?". Iniziava con queste parole la descrizione del gruppo che proponeva di giocare al "tiro al bersaglio con i bambini down".

Nella presentazione del gruppo i bambini Down erano definiti un ''inutile peso'', ''parassiti'' con cui ''giocare al tiro al bersaglio'', con una foto di un neonato con la parola 'scemo' scritta sulla fronte.

Il gruppo aveva raccolto quasi duemila membri, anche se - nella maggior parte dei casi - chi si iscriveva lo faceva per criticare e offendere gli amministratori dello stesso. I fondatori sono due personaggi che non hanno avuto nemmeno il coraggio di firmare con i loro veri nomi, hanno preferito nascondersi dietro a due maschere: Il Signore della Notte e Il Vendicatore Mascherato.

La polizia postale ha monitorato il social network per cercare di individuare chi lo ha aperto e per farlo rimuovere il prima possibile. 

Gli esperti spiegano che intervenire per bloccare pagine e siti internet è un'operazione non facile. In particolare, per rimuovere le pagine di Facebook, sarebbe necessario agire tramite rogatoria internazionale che deve essere richiesta dalla magistratura: il server su cui 'gira' Facebook è a Palo Alto, in California e dunque l'Italia non può intervenire direttamente.

Si può invece chiedere alla società americana - grazie agli accordi di collaborazione - la chiusura della pagina in tempi rapidi. Ed è quello che è successo, visto che nei casi simili avvenuti in passato, il social network ha accolto le richieste provenienti dall'Italia. 

Molte le reazioni. Il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna ha parlato di ''atto indegno di persone civili, inaccettabile e pericoloso'' e ha assicurato che i responsabili saranno perseguiti per il reato di istigazione a delinquere.

Sulla vicenda ha preso posizione anche il cantautore Eugenio Finardi, padre di una ragazza Down di 26 anni: ''Mi fanno veramente pena: hanno più problemi loro che mia figlia - afferma - devono sentirsi delle nullità, per prendersela con i più deboli dei deboli''.

Quello commesso dal gruppo che incita alla violenza contro i bambini Down ''è un reato che, come prevede il codice penale, rientra nelle fattispecie dell'apologia e incitamento a condotte violente e discriminatorie''. A spiegarlo è Massimo Melica, avvocato e Presidente del Centro Studi Informatica Giuridica Italia. Resta aperto il dibattito, ha aggiunto il legale, ''sulle libertà digitali che garantiscono la divulgazione delle proprie opinioni in Internet. Tuttavia in casi del genere, nei quali ci troviamo in presenza di un reato, dette libertà non possono essere invocate''.

Sono 38mila le persone Down in Italia. Nel nostro Paese un bambino su 1.200 nasce con la sindrome di Down e in base alle stime dell'Associazione italiana persone Down in Italia si contano circa 38 mila soggetti con questa patologia. La maggior parte dei bambini Down può raggiungere un buon livello di autonomia, fare sport e frequentare gli amici, vanno a scuola e possono imparare a leggere e scrivere.