Otto marzo, il lavoro delle donne


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Fotografia, immagini al femminile

Udi: 'Se ci offendi non vale' Femminile_Plurale_296

di Loredana Capotondi

L’immagine fotografica è arte e le donne hanno dato il loro contributo già un secolo fa. Le prime due artiste che entrano a pieno titolo nella storia sono due aristocratiche signore dell’Inghilterra vittoriana: Julia Margaret Cameron (1815, 1879) e Lady Clementina Hawarden (1822, 1865). Entrambe, seppur con grandi differenze, trasformano la realtà familiare che le circonda in un mondo in cui proiettare sentimenti ed emozioni intime. Da allora sono passati più di cento anni, ma la fotografia è ancora un’arma e un mezzo di comunicazione importante per le donne.

“Femminile, plurale” nasce come contributo alla discussione sul tema dell’immagine della donna, con l’impegno di diverse associazioni . E’ un progetto fotografico che vuole essere risposta e riflessione sugli stereotipi, spesso offensivi, dilaganti nella rappresentazione del corpo femminile.. A spiegarlo è l’ideatrice della mostra Simona Filippini che sottolinea come il progetto ruoti intorno alla domanda: “Qual è la parte del tuo corpo che reputi l’emblema della tua femminilità?” 

Settantacinque donne, di età compresa tra i tre mesi e i 73 anni, con oltre cento scatti
“Il risultato – dice Simona Filippini - è una staffetta fotografica emozionante: ritratti di corpi di donna lontani dall’artificio. Senza restrizioni di età o di taglia perché la bellezza e la femminilità risiedono altrove. Nessuna omologazione,nessuna volontà di nascondere le proprie peculiarità, nessuna paura di esporsi, ma il coraggio di manifestare ciò che si è”.

L’occhio femminile dietro la macchina fotografica vede un mondo molto diverso dall’occhio dell’uomo?
“Ci sono donne bravissime e naturalmente molto famose che ci hanno consentito di osservare il quotidiano, mentre l’uomo era più portato a fissare eventi straordinari, grandi viaggi, avventure.-spiega Simona - Quando penso a quelle donne eccezionali mi vengono in mente Anna Golding e Donna Ferrato, grandissime fotografe che hanno fissato la vita quotidiana, nel bene e nel male.Riguardo allo sguardo maschile, penso che oggi la differenza sia meno evidente di qualche anno fa”.

La mostra sarà inaugurata il 29 marzo alle 18 nello spazio ”la Magnolia” della Casa Internazionale delle donne. Ma presto ci sarà anche la presentazione del tuo libro “Donne Globali raccontano”.

“Sì, sono stata invitata da Obiettivo Donna a presentare il volume sulla mostra che ho curato lo scorso anno “Di lei, donne globali raccontano:. un gruppo di donne immigrate,dai 25 ai 45 anni, fotografano il loro quotidiano all’interno di alcune famiglie italiane dove lavorano come collabora-trici domestiche. Questa mostra è molto richiesta e ancora gira per le città italiane: da Udine è andata a Milano e lunedì sarà inaugurata a Bologna. E’una tematica talmente attuale questa dei migranti e la mostra ha un tema veramente innovativo. Sposta totalmente il punto di vista a cui siamo abituati. Sono loro che guardano noi. E questa è un’operazione che effettivamente non è stata mai fatta”.

Se ci offendi non vale
Se ci offendi non vale è lo slogan all’interno della Campagna “Immagini amiche” con cui l’Udi invita le donne a farsi forti del fatto che l’universo femminile viene considerato, perfino coccolato come consumatore, per mandare un messaggio: non consumatori a qualunque costo e prezzo. Vogliamo affrontare questo argomento senza sollecitare azioni bacchettone. Non si contesta la pubblicità in se stessa, anzi sarà segnalato con un apposito premio chi si impegna per una comunicazione non sessista, amica delle donne.

Lo scorso anno la staffetta anti violenza sulle donne ,quest’anno si vuole combattere un altro tipo di violenza quella delle immagini. La questione non riguarda solo i cartelloni pubblicitari che avviliscono le nostre città, ma anche certe foto che vediamo nei giornali, una certa esposizione del corpo femminile in televisione, perfino un certo modo di abbigliare le commesse in certi negozi. Il problema è l’uso degli stereotipi a senso unico che mortificano le donne. Basta guardarsi intorno per rendersi conto che sono tanti quelli che in questi anni non hanno onorato nessuno dei patti e nessuna delle norme che regolano la convivenza civile tra i generi.