di Mauro Caputi
Nel posticipo Inter-Genoa c'era il succo della domenica della ventisettesima giornata, dato che le dirette inseguitrici avevano diviso la posta nell'anticipo del sabato. E i nerazzurri imitano Roma e Milan anche nel punteggio: 0-0. Non c'è l'allungo e non c'è nemmeno la foga. Il Genoa non ha grossi problemi a contenere la capolista (che continua a soffrire le assenze a centrocampo) e si fa schiacciare in modo preoccupante solo nel finale. Il primo tiro pericoloso lo scocca Maicon, ma siamo già a metà della ripresa. Balotelli è nervoso, poco costruttivo e per niente incisivo. Rimedia pure un inutile giallo nel recupero. Eto'o, entrato nel secondo tempo al posto del fantasma di Pandev, dà verve all'attacco. La squadra di Gasperini è coperta e attenta, senza rinunciare a qualche ficcante ripartenza. Milito, l'ex molto atteso, non trova mai lo spunto buono. Nel forcing finale l'Inter sovrasta gli avversari, ma l'unico prodotto dell'azione tambureggiante è una serie di calci d'angolo. Restano quindi i quattro punti di margine sul Milan che in casa della Roma (sempre a -7) appare convincente e rimpiange gli errori sotto porta che hanno fatto mancare il bottino pieno.
Il pomeriggio della serie A restituisce il quarto posto al Palermo che vince 1-0 al Barbera contro il Livorno sempre terz'ultimo a quota 23 (risorpassata la Juventus vittoriosa nel pomeriggio di sabato a Firenze). Per gli uomini di Delio Rossi non è stata una passeggiata di salute. I labronici si sono arresi solo all'81' a un destro a giro di Miccoli dal limite dell'area al termine di una percussione un po' confusa. Prima lo show dell'ex Rubinho che si era opposto un paio di volte allo stesso Miccoli, poi a Pastore e a Cavani, senza contare le conclusioni di poco esterne. Del risultato in bilico ne stava per approfittare Knezevic, vicino al vantaggio per il Livorno poco prima del gol vittoria di Miccoli.
S'installa al sesto posto (-1 dalla Juve, -3 dal Palermo) la Sampdoria che piega al Ferraris una Lazio caparbia ma poco concreta. Il 2-1 si materializza nel primo tempo ed è inaugurato dagli ospiti. Al 7' Floccari approfitta di un assist di Zarate per battere Storari (in precedenza Rocchi aveva mancato una clamorosa occasione su assist di Zarate). La Samp impiega un po' a ritrovarsi, ma quando lo fa piazza l'uno-due che fissa il risultato. Al 29' botta da fuori di Guberti, al 36' conclusione di Pazzini dopo un'esitazione di Kolarov. La Lazio assume il controllo delle operazioni nella ripresa e lo spettacolo ne guadagna. Nemmeno dopo l'espulsione di Zarate (rosso diretto al 77' in seguito a proteste prolungate) spegne gli uomini di Reja (espulso pure lui al 68') che caricano a testa bassa fino al 90' senza fortuna. Nei blucerchiati ha fatto il suo rientro Cassano, assente da più di un mese: per il talento di Bari Vecchia c'è stato l'ultimo quarto di partita.
Non tiene il passo, invece, il Napoli, sconfitto 2-1 da un ottimo Bologna. Tutti i gol nel primo quarto d'ora. Doppio vantaggio felsineo con Zalayeta al 7' che si avventa su un tiro cross di Buscè e con una punizione di Adailton al 12' sulla quale ha molte responsabilità De Sanctis. Il Napoli si scuote al 14' col colpo di testa di Rinaudo servito da Lavezzi. Partita tesa e bella, col Bologna a tratti autorevole, e vicinissimo in più occasioni al terzo gol che avrebbe chiuso la gara, e i partenopei che pungono e si fermano a una spanna dal pareggio in un paio di circostanze (protagonisti Gargano e Quagliarella). Per i felsinei vittoria meritata che allontana i quartieri pericolosi della classifica.
Cagliari fermato in casa dal Catania con un 2-2 divertente e sul quale pesa la prestazione di Cossu a quattro giorni dal positivo esordio in Nazionale. Sardi in vantaggio al 9' con un siluro di Lazzari su punizione. Poi cresce il Catania che trova il pari su rigore con Mascara al 31' (trattenuta di Canini su Martinez) e ribalta il punteggio con Maxi Lopez splendidamente pescato in area da Ricchiuti al 36'. I rossoblù non si ritrovano e rischiano più volte di capitolare. La situazione si fa ancor più disperata al 69' quando viene espulso Canini per somma di ammonizioni. Un paio di minuti dopo il Catania potrebbe mettere il lucchetto alla gara, ma il tiro di Izco si stampa sulla traversa. Allegri ha la sola scelta, che avrebbe da perdere, di attaccare e Cossu al 74' premia l'atteggiamento trovando il pari dopo un affondo di Biondini. Il Catania prova a sfruttare l'uomo in più e il Cagliari ribatte colpo su colpo nel finale.
Il Bari aggancia il Chievo a 35 punti al termine dello scontro diretto del San Nicola. I padroni di casa s'impongono 1-0 per il gol al 20' di Castillo (al primo centro da quando è arrivato in biancorosso nel mercato di gennaio) ben pescato da Allegretti. Il Chievo non è brillante come negli appuntamenti precedenti e non riesce a farsi pericoloso dalle parti di Gillet. Nel finale, proprio all'ultimo minuto di recupero, il Bari ha l'occasione del raddoppio su rigore (fallo di Frey su Meggiorini), ma Sorrentino è bravissimo ad arribare sul tiro di Donati.
In coda cambia poco per le ultime due. Sia il Siena, sia l'Atalanta collezionano un pari interno che le avvicina di poco al quart'ultimo posto occupato dalla Lazio. I toscani ottengono l'1-1 in rimonta contro il Parma. Gli emiliani rischiano parecchio (traversa di Tsiolis e buone opportunità non sfruttate per i bianconeri) ma trovano il gol del vantaggio praticamente al primo tiro in porta col colpo di testa di Biabiany al 34'. Il pari, meritato, lo trova Vergassola con un'incursione sul cross di Larrondo al 69'. Il rosso a Jimenez al 79' (doppia ammonizione) regala al Siena un'ultimo scorcio di partita in superiorità, ma non basta per raccogliere la posta piena. Per l'Atalanta c'è lo scialbo 0-0 contro un'Udinese molto guardinga e attenta a non scoprirsi. Troppi i punti buttati via dai friulani, non molto distanti dai margini della zona retrocessione, per non accontentarsi di un passettino in avanti. Del resto, il campo dice poco oltre all'espulsione di Bianco (comunque a soli 4' dal termine) per somma di ammonizioni.