Formula 1


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Il circus si rinnova... con Schumacher

In Bahrain scatta la stagione 2010 h

Otto mesi di Formula 1, a partire dal prossimo weekend in Bahrain, fino a quello del 14 novembre ad Abu Dhabi. Otto mesi per l’auspicata riscossa della Ferrari e la curiosità suscitata dall’ingresso nel circus della Mercedes che ha messo il redivivo Michael Schumacher alla guida di una delle sue monoposto. Otto mesi per valutare se la politica fortemente voluta dall’ex boss della Fia, Max Mosley, di tagliare i costi per favorire l’ingresso di nuovi team e rimpolpare i ranghi produrrà nuove realtà o fuochi di paglia. Ce n’è per tutti i gusti nel Mondiale 2010.

Jean Todt, ex team principal della Ferrari e ora n.1 della Fia al posto di Mosley, ha salutato come una scossa all’ambiente il ritorno del sette volte iridato Schumacher. Come dire, per rinnovare si torna al passato. E dal passato riemergono pure due scuderie prestigiose: la Mercedes appunto (che partecipò a un paio di campionati negli anni ’50 e cha ha sempre mantenuto contatti con la massima Formula fornendo i propulsori a molti team) e la Lotus (presente fino al 1994, vincitrice di un titolo nel 1963 con Jim Clark). Grandi personaggi e marchi carichi di gloria per cancellare gli scandali della vita privata di Mosley, le polemiche sui costi e il marasma d’interpretazione dei regolamenti che ha consegnato il Mondiale 2009 alla neonata Brawn Gp (in realtà metamorfosi della Honda, che aveva deciso di abbandonare la F1 a causa della crisi economica) abile a interpretare la norma sull’utilizzo delle parti aerodinamiche poi comunemente definite ‘diffusori’. La battaglia legale che seguì le polemiche sollevate dai top team non fece certo bene all’ambiente. Il successo della Brawn, comunque, ha acceso la voglia di rivalsa della Ferrari che ha investito subito in Fernando Alonso e si presenta ai nastri di partenza con una vettura che i test invernali mostrano parecchio competitiva.

L’avversario più temibile per le rosse, al momento, è la Red Bull, altra scuderia in evidenza nelle prove pre-campionato. Un po’ in ritardo la McLaren, che dà un volante al campione del mondo in carica Jenson Button. Il britannico ha abbandonato la Brawn dopo che la scuderia è stata fagocitata dalla Mercedes ed è stata fatta la scelta di puntare su Schumacher. E proprio la Mercedes del 41enne pluri-iridato è ancora un’oggetto misterioso che non ha ancora rivelato il potenziale. Come oggetti misteriosi, ma in senso preoccupante perché non si sa se ci sia un potenziale, sono le nuove scuderie. In particolare la Hispania Racing, che ha pochi chilometri di sviluppo nel motore, anche se rimedia in fascino con la coppia di piloti, entrambi esordienti: Bruno Senna, nipote dell’indimenticato Ayrton, e Karun Chandhok, primo pilota indiano. Sotto questo aspetto, anche la Renault ha ‘ceduto’ al fascino dell’esotico, affidando una monoposto al russo (anche qui esordio di nazionalità) Vitaly Petrov. Curiosa l’accoppiata tutta esteuropea del team francese, visto che l’altra auto è condotta dal collaudato e abile polacco Robert Kubica.

Fra grandi ritorni e facce nuove, c’è chi riflette sui pesanti abbandoni. Lo scorso anno aveva dato l’addio la Honda. Quest’anno salutano la Toyota (e con lei l’industria giapponese) e la BMW (anche se, per un cavillo di regolamento, il nome della casa tedesca resta affiancato alla scuderia svizzera Sauber). Sotto accusa, tanto per cambiare, la politica di Mosley. Anziché rincorrere nuove scuderie, che non danno almeno al momento garanzie di continuità, non sarebbe stato meglio favorire la partecipazione delle grosse case automobilistiche? Questa la principale obiezione. D’altra parte, però, la crisi economica che ha falcidiato i marchi giapponesi e convinto la BMW a battere in ritirata non può essere certo contrastata da provvedimenti presi nell’ambito della Formula 1. Che, oltretutto, ha dovuto faticare non poco per convincere la Renault a non mollare, per ora.

Quindi, via al gran ballo, sperando che lo spettacolo sportivo sia degno di questo nome. Le gare richiedono Gp densi di battaglie e sorpassi, inseguimenti ed emozioni fino al traguardo. Un nuovo rinfresco al regolamento prova a eliminare la monotonia di auto che partono e arrivano nelle stesse posizioni o quasi. Innanzitutto è stato vietato il rifornimento in gara. Le vetture, riprogettate con serbatoi da 160 kg di benzina, invece dei vecchi 80, partiranno col pieno e potranno fermarsi solo per il cambio gomme o per la sostituzione di parti danneggiate. I set di gomme a disposizione di ogni weekend di competizione saranno 11 (ma tre si useranno solo al venerdì). L’intenzione è di evitare strategie basate sulle soste ai box per effettuare i sorpassi. Altra novità riguarda l’attribuzione dei punti, che adesso somiglia al motomondiale. Verranno premiati i primi dieci, con 25 punti al primo, 18 al secondo, 15 al terzo, 12 al quarto e quindi 10, 8, 6, 4, 2, 1. La maggiore forbice fra primo e secondo, ma anche fra le altre posizioni, dovrebbe spingere a una costante ricerca del successo e a minori calcoli sui piazzamenti. Oltretutto, premiando fino al decimo (anziché fino all’ottavo com’era l’anno scorso) si aumentano le possibilità che i team minori raggranellino punti iridati.

Fra pochi giorni, a Sakhir, sapremo quante di queste speranze si sono tradotte in realtà.