di Mario Papetti
Per i produttori di vini di qualità e per i consumatori è la fine di un percorso ad "ostacoli". Il nuovo decreto legislativo per i vini a denominazione di origine e indicazione geografica approvato nella scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri riorganizza infatti il settore dopo 18 anni di stasi. Meno burocrazia, controlli più adeguati e affidati ad un Ente terzo togliendoli di fatto ai Consorzi produttori. Questi i capisaldi del nuovo decreto. Disposizioni che dovrebbero, di fatto, evitare il ripetersi di casi tipo la truffa sul Brunello di Montalcino (tagliato con altre uve a dispetto di una disciplinare che le vuole al 100% Sangiovese) da parte di alcuni produttori, con la conseguenza che per molto tempo il mercato Usa è stato off-limits per il nostro vino principe. La riorganizzazione del settore ha trovato un po' tutti d'accordo: dal minsitro delle Politiche Agricole, Zaia, ad Assoenologi, da Federvini a Fedagri-Confcoperative, Coldiretti, Cia e Confagricoltori. Per il ministro Zaia si tratta di un "provvedimento storico che mette al centro la qualità dei vini e la tutela dei consumatori e il rafforzamento della redditività delle imprese". L'Italia può contare su 41 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), 320 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e 137 vini a indicazione geografica. Da non dimenticare, inoltre, che il nostro Paese è il primo produttore mondiale e il vino rappresenta la prima voce dell'export agroalimentare con 3,6 miliardi di valore delle esportazioni.
Il 60% della produzione Italia è di qualità
In Italia, sostengono le Associazione degli imprenditori agricoli, il 60% della raccolta di uva è destinata alla produzione di vino tutelato da denominazione. "E per questo - sottolinea la Coldiretti - è particolarmente importante l'obiettivo di garantire l'elevato livello qualitativo, la sburocratizzazione e la riconoscibilità come di fatto sancisce il decreto legislativo per la tutela dello Docg, Doc e Igt". Vittoria importante anche per Confagricoltura anche se il "nuovo decreto legge non riesce completamente nell'intento generale, come richiesto da noi, di rilanciare l'efficacia della legge 164/92 (semplificazione amministrativa e totale sburocratizzazione del settore) rispetto alle attuali esigenze dei produttori". Importante per Assoenologi, invece, il raddoppio da 5 a 10 anni della sosta per ottenere il riconoscimento da Doc a Docg, la riforma del sistema dei controlli e del ruolo dei Consorzi. Federvini saluta ipositivamente la semplificazione burocratica del settore ma "esprime timori sull'aggravio dei costi per le imprese che può venire dal nuovo sistema dei controlli". Preoccupazione che esprime anche Fedagri-Confcoperative. La Cia-Confederazione italiana riconosce che con il decreto si è fatto un passo in avanti per la riorganizzazione del settore ma sottolinea "l'esigenza che vengano al più presto varati i decreti attuativi per dare un quadro certo dove poter operare senza ulteriori intralci".
Il vino eccellente batte la crisi
I vini a denominazione di origine nel 2009 sono stati più forti della crisi, almeno nella grande distribuzione: +3,9% in volume e +4,9% in quantità rispetto al 2008. Questi i dati, in anteprima, della ricerca dell'Istituto Iri -Infoscan per Veronafiere che sarà di scena al Vinitaly (8-12 aprile). Gli italiani, dunque, secondo la ricerca, scelgono sempre più acquistare bottiglie a denominazione d'origine e spendono in media 3-4 euro a bottiglia. Non solo. Aumentano del 3,7% le vendite delle classiche bottiglie da 0,75lt ma anche la fascia di prezzo da 5 euro in su, facendo registrare un più 8,5% in volume. In discesa libera, invece, la vendita del vino da "tavola" (-2,1%). Quali i vini più venduti? Ai primi tre posti, secondo i dati Iri-Infoscan, troviamo il Chianti, il Lambrusco e il Montepulciano d'Abruzzo. I vini con maggior tasso di crescita sono invece Negroamaro, Syrah ed il bianco di Custoza.