da New York Gerardo Greco
Nei giorni in cui Facebook supera tutti sulla rete, campione di internet per una settimana intera, battuto persino Google, gigante di ricerca ben più antico, si scopre che i social network son lo specchio del mondo, guarda un po'.
E che quindi in internet ci sono i cattivi, ma anche i buoni; gli onesti e gli imbroglioni; i criminali e la polizia.
La storia americana che raccontano i giornali è quella di Maxi Sopo, truffatore di Seattle ricercato dall'Fbi per frode bancaria. Il signor Sopo invece se ne stava tranquillo sulla riviera messicana. Solo che, di fronte a tanta bellezza, non resisteva e si apriva una pagina Facebook, che chiamava "vivere in paradiso", dove ai suoi amici raccontava gli ozi dai caraibi. Tra i suoi amici però si erano infilati anche gli inquirenti che tra foto e rivelazioni virtuali lo hanno arrestato per davvero su una spiaggia messicana.
E siccome per una volta anche l'Italia è all'avanguardia, c'è una storia simile pure da noi. Tal Pasquale Manfredi, superlatitante di 'Ndrangheta, detto Scarface, noto per abbattere i suoi nemici a colpi di Bazooka, non resisteva al richiamo della celebrita', si metteva su Facebook e si faceva arrestare qualche notte fa dalla polizia.
Come dicevano "quei bravi ragazzi" di Scorsese: "i federali sono dappertutto", anche su Internet. Lo rivela un rapporto dell'Fbi, dal titolo evocativo, "conoscere è potere", ottenuto da una gruppo per i diritti civili di San Francisco. In 33 pagine pubbliche da qualche giorno si spiega che l'Fbi non solo naviga sui social network, ma li ritiene anche una miniera d'oro di informazioni. Gli agenti, anche quelli della italianissima polizia, assumono finte identità da sempre, come quell'investigatore di Afragola che si e' finto una bella donna per incastrare un rapinatore napoletano. All'Fbi fanno capire che in rete bisogna essere creativi e che così, su internet, si possono verificare gli alibi, controllare le spese e raccogliere indizi. Jihad Jane, ad esempio, aspirante terrorista islamica della Pennsylvania, è stata scoperta perché scriveva ai suoi amici su Myspace che si annoiava e voleva metter bombe per uscire dalla sua vita monotona. Per ora l'Fbi esclude che in rete vadano anche gli agenti del fisco a verificare evasioni, ma solo per ora.
Insomma, al di là di avatar e fantasie, il mondo virtuale è lo specchio di quello reale. E allora come si diceva una volta: non parlate con gli estranei. Soprattuto se siete criminali. Meglio i pizzini.