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Google, Cina: nessuna conseguenza con Usa

Il gioverno di Pechino tratterà il caso della chiusura 'in base alla legge' google_cina_296

Il governo cinese ha fatto sapere che la sfida di Google alla censura del regime non avrà alcuna conseguenza sulle relazioni con la Casa Bianca, a meno che la questione non verrà "politicizzata" da altri.

Il portavoce Qin Gang - nel corso della conferenza stampa al ministero degli Esteri - ha detto che la decisione di Google è una scelta isolata di un'azienda, che non dovrebbe coinvolgere le relazioni sino-statunitensi; e ha aggiunto che il governo tratterà la vicenda "in base alla legge".

Per il momento, dunque, c'è cautela, sebbene Google abbia cercato di aggirare i paletti di Pechino dirottando i navigatori cinesi sul sito Google di Hong Kong (google.com.hk) che offre loro risultati non "filtrati".

L'ex colonia britannica è, infatti, una Regione amministrativa della Cina non soggetta al sistema di filtri messo in atto dal governo cinese per impedire l'accesso a quei siti non ritenuti "idonei" da Pechino. La Casa Bianca, tramite il portavoce Michale Hammer, si dichiara invece delusa dalla mancanza di un accordo fra Pechino e Google in grado di consentire al motore di ricerca di restare in Cina a operare.

"Google ha preso questa decisione sulla base di quello che considerava essere il suo interesse", osserva la Casa Bianca, ribadendo il proprio impegno in favore di un Internet libero e opponendosi alla censura. ''Riteniamo che la libertà d'espressione e un accesso senza restrizioni all'informazione sia un diritto riconosciuto sulla scena internazionale" aggiunge Hammer.

La vicenda risale ormai alla metà di gennaio, quando il Google cinese ha proceduto a rimuovere i blocchi alla ricerca di parole e immagini - contravvenendo così alle leggi del paese - consentendo a milioni di utenti di poter vedere e leggere cose senza lo spettro della censura. Ciò, in realtà, è giunto a seguito dell'intromissione del governo nelle caselle Gmail (la posta elettronica di Google) di alcuni attivisti cinesi, che hanno prontamente denunciato l'ingerenza.

Le dichiarazioni di oggi segnano così un ulteriore sviluppo della disputa tra Cina e il motore di ricerca più famoso al mondo. Intanto la Cina ha anche annunciato che la prossima sessione del Dialogo economico e strategico sino-americano si terrà a maggio a Pechino. Come nel caso della prima riunione, gli Usa saranno rappresentati dal segretario di Stato, Hillary Clinton e dal segretario al Tesoro, Timothy Geithner, mentre la Cina, dal vice-premier Wang Qishan, responsabile per le questioni economiche e un alto funzionario governativo, il consigliere di Stato, Dai Bingguo.

L'incontro di fine maggio sarà la prima bilaterale ad alto livello da quando le relazioni sino-statunitensi sono state messe in crisi da una serie di questioni "sensibili": dalla vendita di armi Usa a Taiwan, all'incontro tra il Dalai Lama e Obama, passando per la libertà di Internet e la sfida di Google.