Cina, attivisti per i diritti umani in piazza

Protesta contro la censura y

Attivisti per i diritti umani hanno manifestato il loro sostegno per Google davanti alla sede di Pechino dell'azienda di informatica americana che ha deciso di chiudere il proprio sito in cinese in segno di protesta contro la censura.

Gli attivisti hanno lasciato sulla porta degli uffici della compagnia messaggi che dicono "Viva la liberta'!" o "Google per sempre". Uno di loro, l'avvocato democratico Teng Biao, ha dichiarato che la compagnia americana "ha messo la libertà di espressione davanti agli affari, e io spero che questo incoraggi sempre più gente a prestare attenzione alla situazione dei diritti umani in Cina". I giornali cinesi in lingua inglese continuano a esprimere giudizi fortemente critici, mentre quelli in cinese si limitano a riportare le dichiarazioni dei portavoce ufficiali.

In un editoriale comparso sulla sua edizione internazionale il quotidiano del popolo, organo del partito comunista cinese, ha sostenuto che Google "non è certo una verginella per quanto riguarda i valori" e ha aggiunto che "sono ben noti i suoi legami con i servizi di sicurezza americani". Gli utenti di internet continuano ad aver risultati altalenanti nell'uso dei siti web di Google, che a volte risultano irraggiungibili.

Da oggi il portale di internet tom.com, di proprietà di Li Ka Shing, un imprenditore di Hong Kong che vanta buone relazioni con il governo di Pechino, ha tolto Google dai siti che propone ai suoi clienti, in quella che potrebbe essere un'anticipazione delle difficoltà che l'azienda americana affronterà in futuro sul mercato cinese.