Che cos’è per lei il teatro e cosa significa oggi fare teatro?
Il teatro è la mia vita. Ho investito tutto quello che avevo, energia, creatività , passione, in questo lavoro. Sempre di più vivo nella periferia. Io e la mia compagnia abbiamo fatto un percorso inverso. Invece di andare nei posti in cui avremmo potuto trovare un’accoglienza e un agio maggiore, siamo rimesti al sud . Non faccio teatro di regia, ma faccio un teatro necessario, di ricerca. Questa crisi ha allontanato sempre più gli artisti dal centro . Noi siamo sempre più in periferia e sempre più in una situazione di grande alienazione.
Nonostante questo lei è una tra le poche che riesce ad avvicinare i giovani a teatro. Qual è il segreto?
Forse proprio il fatto che proviamo a fare questo mestiere per necessità e i giovani sentono che c’è qualcosa di vivo. Si rischia sempre di cadere nel manierismo e spesso si vedono spettacoli che non sono più un’esperienza per il pubblico. Se il giovane quando vede uno spettacolo non vive un’esperienza si spaventa, ha paura di stare lì inerte, di non avere nessun tipo di reazione. Forse quello che si legge nei miei spettacoli è questa fiammella ancora viva che affascina.
In un momento particolarmente critico, per gli scarsi investimenti sulla cultura in genere e sul teatro in particolare, come sostenere la produzione teatrale?
Io e la mia compagnia non abbiamo mai ricevuto finanziamenti pubblici. Facciamo spettacoli che poi vendiamo e da questo ricaviamo quello che ci serve per vivere. Il nostro lavoro quotidiano, il laboratorio di ricerca, ce lo autofinanziamo. Per noi da questo punto di vista non è cambiato niente, lo spazio che noi autogestiamo e il laboratorio, sono sempre stati autonomi rispetto al finanziamento pubblico. Però la crisi ha ridotto il mercato degli spettacoli per cui noi giriamo di meno. Non abbiamo più quelle risorse che ci consentivano di lavorare nel nostro laboratorio permanente usando gli introiti degli spettacoli. E’ un cane che si morde la coda.
Bastano le idee per fare teatro?
Se ci sono le idee già siamo a cavallo. Ma ci sono anche artisti che per realizzare le loro idee hanno bisogno di soldi. L’artista va sostenuto e motivato. Certo purtroppo in Italia in questi anni c’è stato un sovrannumero di spettacoli inutili, eventi che nascono e muoiono senza cambiare o spostare la situazione di nessuno. I soldi sono importanti per realizzare la tua idea come l’hai pensata, senza dover “adattare” .
Lei scrive testi. Quali sono le tematiche che hanno più appeal sui giovani?
Sono quelle che hanno a che fare con il contemporaneo. Con il presente, con l’epoca in cui viviamo. E’ molto importante seminare adesso qualcosa che servirà a tutti. I giovani hanno una grande attrazione per ciò che li appartiene, per ciò che coincide con la loro esistenza. Non mi riferisco solo a temi di intrattenimento ma anche a temi di riflessione profonda. Non è vero che i giovani di oggi sono peggiori di quelli di ieri Le domande e i grandi temi sono sempre gli stessi.
Cosa significa fare teatro a Palermo?
Il vuoto culturale è imperante. Qui purtroppo non si fa teatro. In questo periodo storico non passa nulla. Siamo nel vuoto.
Lei fa formazione nelle scuole e nelle università Che ruolo ha la formazione anche nell’allenare i giovani all’ascolto del teatro?
E’ importantissimo. Noi stiamo cominciando a lavorare anche sul teatro dell’infanzia, stiamo regredendo sempre di più Bisogna iniziare a seminare lì, perché i bambini sono il pubblico del domani. Facciamo formazione con e per attori professionisti e funziona moltissimo perché questi ragazzi hanno una fame di sapere pazzesca. Hanno bisogno di trovare una guida, un reticolato dove muovere i loro primi passi. Io ci credo moltissimo e questo lavoro, che facciamo sempre in maniera autogestito senza guadagni, per la nostra ricerca, ci serve a incontrare persone e pensieri nuovi. A Palermo, nel vuoto culturale assoluto di questi tempi, rischi di chiuderti. E importante aprire le nostre menti a pensieri nuovi.
Il 27 marzo si celebrerà anche in Italia la giornata mondiale del teatro.
Bisogna ricordarsi delle cose importanti e il teatro è fondamentale per la crescita di una società.
Emma Dante, palermitana, drammaturga, regista, attrice, è tra le rivelazioni più importanti del panorama teatrale contemporaneo. Fa un teatro intimo e viscerale, raccontato spesso in lingua siciliana. Un teatro di ricerca e di impegno sociale. Ha conquistato il consenso della critica internazionale. Le sue opere sono rappresentate in tutta Europa. A Palermo ha creato una sua struttura teatrale, la Compagnia Sud Costa Occidentale, che ha messo radici in uno spazio “privato, autogestito, autofinanziato, indipendente, aperto”, un ex fabbrica di scarpe, dove c’è un laboratorio permanente artistico e progettuale, dedicato alla formazione e all’informazione, strettamente legato al territorio attraverso la collaborazione con le scuole e le università.