Imperatori, dittatori, capi di Stato nascondevano paure inconfessabili. Alessandro Magno aveva terrore dei gatti, Saddam Hussein e Mussolini dei microbi, Abraham Lincoln era paralizzato dalle belle donne. Amavano farsi dipingere coraggiosi, ma in realtà nascondevano fobie inconfessabili. Se è rimasto celebre il caso di Adolf Hitler, affetto da claustrofobia, la paura degli spazi angusti, nessuno forse sospetterebbe che il condottiero Alessandro Magno era terrorizzato dai gatti (ailurofobia, dal greco áilouros).
Anche Napoleone Bonaparte, del resto, pare tremasse alla sola idea di trovarsi faccia a faccia con un micio. Ma la lista dei "grandi fifoni" è molto lunga. Giulio Cesare non poteva vedere ragni e insetti (aracnofobia ed entomofobia), mentre il suo successore Augusto aveva - strano a dirsi - terrore del buio (scotofobia, da skótos, "oscurita'").
Alla timidezza sono legate le paure più nascoste del presidente americano Abraham Lincoln: l'ansia suscitata dalle belle donne, la calliginefobia (da kalós, "bello" e ghine', "donna"), e l'antropofobia, la paura dei rapporti sociali, versione patologica della misantropia. La paura dei microrganismi contagiò Mussolini e un altro dittatore dei nostri giorni, Saddam Hussein; mentre Winston Churchill era rupofobico (cioè ossessionato dalla sporcizia): il premier inglese trascorreva così ogni giorno molte ore nella vasca da bagno. Tra le curiosità, si segnala la singolare fobia di Alfred Hitchcock, il regista maestro del brivido, che veniva colto dall'ansia di fronte a oggetti tondeggianti e sudava freddo alla sola vista di un uovo.
Nella foto, Sir Winston Churchill