"Mago del jazz", "anima del jazz made in Italy", "voce antica del jazz italiano", "poeta del jazz": così, più volte, è stato definito Nicola Arigliano. Il mondo della musica piange ora la sua scomparsa: il cantante è morto, all'età di 87 anni, a Calimera, in provincia di Lecce, in un centro per anziani.
I più giovani lo ricorderanno sul palco dell'Ariston di Sanremo, quando nel 2005 conquistò il pubblico con "Colpevole", brano vincitore del premio della critica che lo farà entrare nella storia come l'artista più anziano che ha partecipato al festival della canzone italiana. Chi ha qualche anno in più, invece, ricorderà benissimo i suoi maggiori successi discografici: "Un giorno ti dirò", "Amorevole", "I sing ammore", "My wonderful bambina", "I love you forestiera". Altri, poi, avranno presente le sue apparizioni in tv e la celebre frase detta durante il Carosello del digestivo Antonetto: "Ed è tanto comodo, che lo potete prendere, anche in tram". Arigliano è anche quel pistolero vestito di nero che uccide gli artisti a rivoltellate, pronunciando la battuta "Non voglio noie nel mio locale" nella trasmissione di Enzo Trapani "Non stop", del 1977. La sua ultima esibizione (con Frank Antonucci alla chitarra, il Reverendo Otis al contrabbasso, Al Ventura alla fisarmonica e Santi Isgrò alla batteria) risale invece all'8 settembre 2007, in occasione del premio alla carriera che gli ha voluto tributare la sua città natale, Squinzano.
Nicola Arigliano nasce il 6 dicembre 1923 a Squinzano, una cittadina del Salento, in provincia di Lecce. Le sue prime esibizioni sono ai microfoni di Radio Bari. Tuttavia, molto presto Arigliano lascia la sua terra per trasferirsi al nord dove inizierà a fare diversi mestieri, senza mettere da parte però la passione per la musica: prende lezioni di solfeggio, suona il sax e canta da dilettante in parecchie orchestrine. Inizia così una lunga gavetta nei locali notturni fin quando viene notato da un produttore televisivo che lo fa debuttare in scenette e numeri musicali in alcuni programmi di varietà. Nel 1952 partecipa al Festival Jazz di Newport e tornato in Italia, prende parte come attore a varie trasmissioni televisive, quindi inizia la carriera professionistica da entertainer.
È il 1958 quando arriva a Canzonissima, successivamente si fa invece notare in un programma televisivo dal titolo "Sentimentale" condotto da Lelio Luttazzi, al quale partecipava come ospite fisso, insieme con Mina. L'omonima sigla divenne un album di successo, inciso da entrambi i cantanti in due versioni differenti. Qualche anno più tardi, nel 1963 è protagonista di un altro show del sabato sera, "Il canta tutto". Con lui ci sono Milva e Claudio Villa, in cui rivisita con i colleghi il proprio repertorio e si esibisce in gag e scenette comiche.
Nel 1996 ha vinto il Premio Tenco per il suo album "I sing ancora". Il cantante pugliese era stato insignito del riconoscimento alla carriera nel 2003 al Premio "Piero Ciampi-Città di Livorno" dove aveva presentato un set di brani che aveva conquistato il pubblico. A gennaio dello scorso anno invece è uscito il primo di tre cd, che si intitola "L'altro Arigliano": una ristampa di un album del 1980, ampliato con alcune registrazioni più recenti. Arigliano non aveva malattie: ha avuto una crisi respiratoria cui è un infarto.