Gli appuntamenti di pasqua con i grandi Maestri

Le città italiane si confermano mete culturali e rifioriscono di rassegne molto interessanti h

di Federica Marino

Caravaggio, Modigliani e gli Impressionisti tra gli appuntamenti artistici di questa primavera, ma c’è di più: le città italiane si confermano come mete culturali della vacanza pasquale e rifioriscono di mostre molto interessanti.

A Ferrara sono confluiti i grandi maestri del Novecento, al richiamo dell’uomo che ne scoprì e valorizzò il talento: Aimé Maeght. Gallerista ed editore, Maeght fonda nella Parigi postbellica la galleria che ancora porta il suo nome e raccoglie le opere di artisti che vanno, come cita il titolo della mostra, da Braque a Kandinsky a Chagall. Focalizzato il periodo 1945-1964, ma c’è un antefatto, che dà l’avvio all’esposizione come alla storia di Maeght collezionista. Durante la guerra lui è al fronte e la moglie Marguerite vende alcuni dipinti che dovevano essere riprodotti in stampa nel laboratorio del marito litografo. Tra questi un’opera di Georges Bonnard, che apprezza il gesto e offre alla donna altre tele. E’ in questo momento che il dotato litografo Maeght comincia a diventare il gallerista e collezionista Maeght. Tramite Bonnard arriva Matisse, la cui figlia presenta Georges Braque. Poi verranno Picasso, Duchamp, Giacometti e il poetartista Breton, in un fermento di talenti e personalità che si tradurrà spesso in opere collettive. Tutto sotto il nome di Maeght che proprio questo voleva, “una sorta di grande famiglia, una cellula dove ciascuno potesse esprimersi, portare le proprie idee, artisti compresi”. Chagall, Kandinsky e Léger sono tra gli artisti “giovani” di Maeght, e ancora Calder con i suoi mobiles e il visionario Mirò.
Da Braque a Kandinsky a Chagall. Aimé Maeght e i suoi artisti. Ferrara, Palazzo dei Diamanti, fino al 2 giugno.

A Napoli una mostra diffusa, in sei diversi siti della città e in Regione, con cinquantuno itinerari alla riscoperta del Barocco, segnato nella città sotto il Vesuvio dall’arrivo del Caravaggio a inizio secolo (1606) e concluso 150 anni dopo quando Carlo di Borbone parte per la Spagna (1759). Le sei mostre in città propongono arti maggiori e minori declinate in chiave barocca, con oltre cinquecento opere e oggetti esposti. Sul territorio, chiese, certose, palazzi e castelli.
Ritorno al Barocco - Napoli, Museo di Capodimonte, Certosa e Museo di San Martino, Castel Sant’Elmo, Museo Duca di Martina, Museo Pignatelli, Palazzo Reale, fino all’11 aprile.

Ritorno al Novecento e alla Secessione viennese con i corpi scavati e dolenti dipinti da Egon Schiele, protagonista a Milano. Allievo di Gustav Klimt, Schiele ne abbandona la morbidezza per approfondirne il lato grafico, che finirà per esasperare in tratti quasi incisi sulla tela. Vita breve e segnata da morte e malattia, connazionale e contemporaneo di Freud, Schiele metterà nelle tele i suoi fantasmi, aprendo la strada all’espressionismo austriaco. Opere di Kokoschka e Gerstl completano l’esposizione.
Schiele e il suo tempo - Milano, Palazzo Reale, fino al 6 giugno.

Pittore cattolico: etichetta pesante da portare, ma che non ha impedito a Georges Roualt di raggiungere anche i non credenti. La sua attività di incisore è illustrata a Bologna in un centinaio di opere – grafica e disegni – e mostra il percorso autonomo dell’artista francese che preferiva al mondo moderno l’età delle cattedrali . Allievo del simbolista Moreau, compagno di studi del fauve Matisse, Roualt dichiara apertamente la propria distanza dal mondo in cui vive. Una fede profonda e radicale lo porta a concepire l’are come vocazione e testimonianza, e a raffigurare soggetti che portano in scena la dolorosa condizione umana, sempre con uno sguardo partecipato. Tratti ruvidi e come grossolani, incisioni profonde nelle lastre e linee pesanti sulle tele, che sembrano le vetrate istoriate delle chiese gotiche.
Georges Roualt. La notte della Redenzione - Bologna, Galleria d’Arte moderna-Raccolta Lercaro, fino al 27 giugno.

Il teatro come forma globale d’arte è il tema-pretesto della mostra al Mart di Rovereto, che spazia dal Romanticismo alla scenografia moderna in un percorso che va dalla pittura “teatrale” di David, Hayez e Delacroix fino ai bozzetti quasi architettonici dello svizzero Adolphe Appia. In mezzo ci sono le atmosfere shakespeariane illustrate da Fussli e Blake, i manifesti che Toulouse-Lautrec realizza per i cafés chantants e i teatri parigini. Ci sono i backstages delle ballerine e dei musicisti di Degas e le illustrazioni per i drammi ibseniani. Capitolo a parte per gli studi di costuni e atmosfere ambientazioni del simbolista Moreau, che porta in scena figure femminili drammatiche e indimenticabili: Ofelia, Salomé, Elena di Troia.
Dalla scena al dipinto. La magia del teatro nella pittura dell’Ottocento. Da David a Delacroix, da Fussli a Degas - Rovereto (TN), Museo di arte moderna e contemporanea, fino al 23 maggio.

Fotografie anziché dipinti a Palermo, dove sono in mostra cinquanta scatti a cavallo tra Otto e Novecento, a documentare il Grand Tour che fino agli inizi del secolo scorso portò in Italia viaggiatori dal Nord, in un pellegrinaggio artistico e culturale nella culla della civiltà occidentale. Il tradizionale viaggio di un anno in Italia era per chi veniva dal Nord un tuffo nel sole e nel pittoresco, immortalato prima su tela e nelle pagine di tanti (Goethe tra loro) e poi dagli apparecchi fotografici. I viaggiatori diventano turisti e dal paesaggio si scivola verso la cartolina. Città d’arte da sempre, nella mostra si visita per immagini tutto il Bel Paese.
L’Italia del Grand Tour nelle immagini dell'Ottocento - Palermo, La lanterna magica, fino al 9 aprile.

Un’ultima incursione nel Novecento, questa volta sulle tracce dei Surrealisti: è la proposta di Palazzo Strozzi a Firenze. Le piazze metafisiche di De Chirico e l’ironia visionaria del fratello Savinio; i trompe-l’oeil impossibili di Magritte e i ritratti sospesi di Balthus; la spiritualità di Carrà e gli oggetti inanimati e presenti di Morandi, i soggetti onirici di Ernst: se ci fosse un grandangolo, fotograferebbe un paesaggio interiore, quello dello spirito del Novecento.
De Chirico, Max Ernst, Magritte, Balthus. Uno sguardo nell’invisibile - Firenze, Palazzo Strozzi, fino al 18 luglio.

In chiusura rispunta il Caravaggio, con la riapertura a Genova della restaurata Villa del Principe. Nella dimora nobiliare cinquecentesca dei Doria, che ne fecero una casa-corte, ottanta dipinti ripercorrono la pittura di paesaggio dei contemporanei del Merisi, presente con un capolavoro giovanile, il Riposo durante la fuga in Egitto, unico tra i suoi dipinti a rappresentare compiutamente un paesaggio. Ottanta le opere esposte, a ripercorrere la storia di mecenatismo della famiglia Doria nei secoli: ritratti di famiglia nel XVII secolo, poi paesaggi che sembrano declinare via via nell’Impressionismo. In chiusura le foto d’autore in bianco della serbo-inglese Lala Meredith-Vula, dalla villa attualmente abitata dai Floridi Doria Pamphilj.
Caravaggio e l’arte della fuga. La pittura di paesaggio nelle Ville Doria Pamphilj, Genova, Villa del Principe, fino al 26 settembre.