di Mario Papetti
Acquisti di generi alimentari on line? No grazie. In Italia, secondo i dati ufficiali di Ice e Istat le compere via Internet sono frenate dallo scetticismo dei consumatori. Nonostante si sia registrato un incremento del 15% rispetto al 2008, il nostro Paese, assieme alla Spagna, rimane ultimo in Europa nella classifica degli acquisti on-line. Il fatturato è di 196 milioni di euro.
In panne anche l'editoria che nel 2009 ha "raccolto" solo 100 milioni di euro. Bene, invece, gli acquisti sul web di "turismo" ed "elettronica da consumo" il cui fatturato ha sfiorato oltre 2 miliardi di euro.
Ma la birra va forte: vendite +82%
Vino, birra, biscotti, tè e caffè coprono, secondo i dati, il 60% delle vendite di questo specifico segmento della commercializzazione. La birra,in particolare, ha incrementato le vendite di circa l'82% nell'ultimo biennio. Secondo le statistiche del gigante delle vendite in rete "e-bay" si transa, nel sistema della rete, una bottiglia di vino ogni tre minuti e un prodotto enogastronomico ogni 30 secondi.
Una bazzecola se si raffrontano i dati delle vendite on-line in Asia e negli Stati Uniti dove viene comprato un prodotto ogni secondo.
In rete i vini di qualità
Ma nelle vetrine italiane della rete globale è possibile trovare delle vere e proprie rarità: dai vini di annata prezzati migliaia di euro ai prodotti di "mini-nicchia" come l'olio estratto dai pinoli, che costa ben 390 euro al litro. Comunque il nostro Paese sull'e-commerce - afferma la Confederazione italiana degli agricoltori - sia per ragioni infrastrutturali e impedimenti burocratici, come la mancanza di una legge sulla banda larga e l'attuale regime Iva, è in ritardo rispetto agli altri paesi. A ciò si deve aggiungere la notevole difficoltà nei trasporti che fanno lievitare di molto i prezzi. Probabilmente il settore della vendita on-line non decolla anche per le abitudini degli italiani a fare la spesa personalmente nei negozi o nei supermercati.
Lo "spauracchio" delle truffe
Il record dell'e-commerce in Europa spetta alla Gran Bretagna, che ha due terzi di clienti in più della Germania che occupa il secondo posto. Tra le altre cause del "flop" on-line delle vendite di prodotti alimentari, afferma sempre la Cia, c'è lo spauracchio delle truffe, delle imitazioni e delle contraffazioni, nonchè il pericolo legato alla salubrità, con le non improbabili manipolazioni delle scadenze dei prodotti proposti in rete. Senza queste problematiche, evidenzia l'associazione degli imprenditori agricoli, la vendita on-line potrrebbe non solo salire ma dare una grande mano all'export nel suo complesso, triplicando il fatturato dell'attuale tre miliardi di euro fino a nove miliardi.
Gli acquisti solidali
Ma il vero fenomeno di tendenza nel nostro Paese per gli acquisti in rete, anche per quanto riguarda gli alimentari, è rappresentato dai gruppi di acquisto, probabilmente spinti anche dalla crisi. I più attivi, sempre secondo una ricerca della Cia, sono i Gas (Gruppi acquisti solidali). Si tratta di "internauti" che si accordano per comprare i prodotti collettivamente, spuntando così sui prezzi. Le tariffe, infatti, variano a seconda del numero di persone aggregate per l'offerta. Un esempio: oltre le 90 ordinazioni il costo di una bottiglia di olio scende mediamente di due euro. In Italia sono censiti circa 500 gruppi sparsi su tutto il territorio. Il Nord è la regione leader. Ogni gruppo è composto generalmente da 25 famiglie e si calcola che sono oltre 100 mila le persone che comprono prodotti attraverso i Gas.