Terremoto in Abruzzo - Un anno dopo


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Cialente: 'Siamo ancora nella fase dell'emergenza'

A colloquio con il Sindaco dell'Aquila chiesa_aquila_296

La fase dell’emergenza formalmente si è chiusa quando all’inizio dell’anno la Protezione civile ha lasciato il campo al presidente della Regione Chiodi, nominato commissario per la ricostruzione. La gestione operativa è tornata nelle mani degli enti locali.

Cosa resta da fare e quali sono le priorità, sindaco Cialente?
Siamo ancora nell’emergenza. Restano da sistemare 52.250 persone che non hanno casa, questo è un dato del 23 marzo. Alcune sono in attesa di rientrare nelle loro abitazioni. Contiamo per agosto di completare i lavori per le cosiddette case B e C, che hanno avuto meno danni. Ma più serio è il problema di coloro che hanno avuto la casa distrutta. Una parte di questi sapendo che non sarebbero potuti rientrare, hanno cercato un’autonoma sistemazione, ma non l’hanno trovata. E ci sono soprattutto ancora 1.500 nuclei familiari, per lo più single, anziani, persone deboli, che hanno fatto richiesta per avere alloggi sostitutivi e che però la Protezione civile ha deciso di non fare. Questo è un problema che mi sono ritrovato a dover gestire.

Come pensate di risolvere questo problema delle 1550 case mancanti?
Dobbiamo decidere se fare subito, nel giro di un paio di mesi, altri prefabbricati, oppure se accelerare la ricostruzione e in questo modo se riesco a dare un’offerta alloggiativa adeguata. Però dobbiamo sentire la Protezione civile.

La costruzione di nuovi prefabbricati eventualmente verrebbe affidata alle stesse ditte che hanno realizzato i Map (Moduli abitativi provvisori) su incarico della Protezione civile? Chi sosterrebbe i costi? Stiamo cercando una soluzione. Queste sono strutture che costano poco, circa 800 euro al metro quadro. Il costo per ogni unità abitativa si aggira intorno ai 32 mila euro, per un appartamento di 40 mq circa, che potrebbe andare bene per un anziano, per single o coppie anziane…. Decideremo insieme alla Regione e alla Protezione civile E’ difficile per me spiegare qual è la situazione a un anno dal sisma, nonostante quello che si è fatto. Sono stati realizzati 6 mila appartamenti, ma il numero delle famiglie rimaste senza casa è di circa 13 mila. E’ un’opera di ingegneria demografica.

Ci sono segnali di ripresa per l’economia della città? Alcuni commercianti del centro storico si sono trasferiti in periferia con strutture provvisorie…
Sì, ma è una piccola percentuale. Solo nel centro storico c’erano 900 attività commerciali. Ma il problema è anche il lavoro. All’Aquila abbiamo 9 mila persone in cassa integrazione. Cosa fare. Abbiamo chiesto la “zona franca” che l’Europa è disposta a dare ma che tarda ad arrivare. Soprattutto ha una dotazione di 45 milioni di euro, stanziati dall’Italia in 4 anni….. E’ come dare l’aspirina a una persona che ha una polmonite doppia. Poi avevamo chiesto a luglio un anticipo di 1 miliardo, sul finanziamento complessivo del Cipe di 4 miliardi , per il “cratere” (57 comuni delle provincie dell’Aquila, Teramo e Pescara, che beneficiano delle agevolazioni previste nel decreto Abruzzo del Governo, ndr), ma ancora non è arrivato. Erano previsti 50 milioni di euro in finanziamenti e rimborsi per i danni subìti dalle attività commerciali e dalle imprese, che avrebbero dato una spinta all’economia, ma ancora non arrivano o stanno arrivando con il contagocce. Questa è un po’ la situazione. Però da settembre, ottobre abbiamo tutte le scuole funzionanti. Dei punti centrali per far rivivere la città, case, lavoro ed economia, scuole e università, solo con le scuole siamo avanti, grazie all’impegno di tutti e del ministro Gelmini, che ha lavorato davvero qui all’Aquila, ed è stato un modo per far tornare le famiglie e i bambini. Alcuni di loro ogni giorno partono dalla costa, si fanno un’ora di pullman per venire a scuola all’Aquila e poi finita la scuola riprendono il pullman e tornano dalle loro famiglie negli alberghi. Questo è lo spirito dei nostri piccoli aquilotti.

Lei Sindaco Cialente ha toccato l’aspetto più sentimentale, emotivo e passionale di questo dramma, che è anche legato al recupero del centro storico della città. Ci sono polemiche per quanto riguarda le macerie. Ci sono proteste che ogni domenica si ripetono. Qual è il problema delle macerie e come lo state affrontando?
Il decreto del Governo sull’Abruzzo, e la legge 77 (giugno 2009, ndr) che l’ha convertito, hanno deciso che le macerie erano dei sindaci, quindi appartengono al sindaco, che le deve rimuovere. Ma nel decreto sono state definite “rifiuti solidi urbani”. Ci siamo così infilati nel tunnel di una normativa che in Italia, giustamente, sui rifiuti solidi urbani è ferrea e che prevede tutta una serie di autorizzazioni. Quando i vigili del fuoco e l’esercito, nelle prime settimane dopo il terremoto raccoglievano le macerie, rischiammo una denuncia perché l’esercito non è autorizzato a smaltire i rifiuti solidi urbani. Ora è uscita un’ordinanza che autorizza le ditte che lavorano nel centro storico per mettere in sicurezza gli edifici a trasportare le macerie, circa 4 milioni e mezzo di tonnellate.

Lei resterà in carica per i prossimi due anni.
Se ci arrivo……

Ci lasci con una nota di speranza sulla città.
La volontà degli aquilani è molto forte. C’è un gradino solido sul quale ricominciare la salita. C’è tanta voglia di ricostruire la città. Abbiamo già pronte le prime linee-guida., stiamo stendendo il nuovo piano strategico economico. Il problema è di avere certezza nei finanziamenti. Incontreremo il governo. Continuo a dire che per ricostruire sia necessaria una “tassa di scopo”. E’ la prima volta che di fronte a questa tragedia non si inserisce questa tassa. Si tratta della tragedia più grave dell’ultimo secolo, perché una città capoluogo è stata completamente distrutta. Si è perso il senso della tragedia, più della metà della popolazione è ancora fuori casa Ma con il denaro e con la volontà, che non manca, si può ripartire. Non sono d’accordo con chi dice che ci vogliono 10, 15, 20 anni per recuperare la città. Nel terzo millennio, per un paese del G8, il fattore limitante del tempo deve essere rappresentato solo dagli ingegneri per realizzare i progetti, per ricostruire in modo sicure. Tra i fattori limitanti, il “fattore T” non dovrebbe esserci.

Grazie Sindaco, buon lavoro.