Vinitaly


Stampa

Il vino della speranza

Prodotto dai salesiani in Terra santa da vigneti tagliati in due dal muro di separazione tra Palestina e Israele vino_bianco_296

di Mario Papetti

Il vino dei vitigni autoctoni della Terra santa al Vinitaly, la rassegna internazionale di Verona Fiere inaugurata oggi dal ministro delle Politiche Agricole, Zaia, e che domani vedrà la presenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano. A produrlo (si tratta di un vino bianco) la centenaria cantina di Cremisan dei salesiani. Situata a 5 chilometri da Betlemme e a 12 da Gerusalemme, costruita nel 1885 sulle rovine di un monastero bizantino, la casa dei salesiani si trova in una zona considerata uno dei più antichi insediamenti agricolo-artigianale della Palestina.

I vigneti, tagliati in due dal muro di separazione, tra Palestina e Israele, andranno a produrre varie qualità di vino sotto un'unica etichetta: Cremisan. Il progetto, oltre a creare una piattaforma comune per il dialogo tra i popoli di questa terra, mira alla riqualificazione del territorio e della cantina salvaguardando da un lato le specie vitigne autoctone e dall'altro garantendo posti di lavoro per la popolazione locale. Il vino, quindi, simbolo importante per la religione ebraica, quanto per quella cristiana, rappresenterà il tentativo di dialogo tra israeliani e palestinesi. "Il progetto è cominciato nel 2008 -spiega Emanuela Chiang del Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo) e domani al Vinitaly presenteremo ufficialmente il primo nuovo vino. Ma sono in arrivo altri due bianchi da vitigni autoctoni, e poi, un rosso".

La cantina dei salesiani oggi produce 7 qualità di vino da tavola. Per le nuove produzioni vinicole, ci si è concentrati sui vitigni Hamda'ni-Ja'ndal, Dabou'ki e Ba'Ladi. La commercializzazione dei prodotti avviene in maniera diretta -.tramite lo spaccio aziendale - e indiretta, attraverso cinque distributori che consegnanoa ristoratori, albergatori e negozianti nelle relative aree di competenza: Amman, Governatorato di Betlemme, Gerusalemme, Galilea e Ramallah.

Gli italiani riscoprono le cantine
Care vecchie amate cantine. Secondo un'indagine della Confederazione italiana degli agricoltori (Cia) e dall'ultimo rapporto dell'osservatorio della Coldiretti che sarà presentato al Vinitaly, agli italiani piace comprare il vino direttamente in cantina. Rispetto al 2008 si è registrato un aumento del 15% e si è speso qualcosa come 1,2 miliardi di euro. Non si compra solo vino sfuso, ma anche e soprattutto bottiglie etichettate e a denominazione di origine. I prezzi oscillano in media dai 3 euro ai 7,50. In Italia ci sono 21.624 aziende agricole dove acquistare sia vino sfuso che a denominazione di origine (498). La tendenza di crescita è favorita dal fatto che l'Italia è l'unico paese al mondo a poter offrire una grande varietà di percorsi turistici legati all'enogastronomia con 142 strade dei vini e dei sapori, oltre a più di 18.000 agriturismi. Acquistare direttamente in cantina è una opportunità per i consumatori, secondo le associazione degli agricoltori. che possono così risparmiare e garantirsi compere sicure e di qualità, ma anche una occasione per le imprese che possono vendere senza intermediazioni e far conoscere direttamente le catatteristiche e il lavoro necessario per realizzare una specialità territoriale unica e inimitabile. L'acquisto diretto del vino si concentra soprattutto al Nord-Ovest, dove si concentra il 45,2% delle aziende che lo commercializza direttamente. Nella classifica delle regioni predomina però la Toscana, con 4.876 produttori (il 22% del totale nazionale), seguono Piemonte (3.738), Veneto (2.560); Emilia Romagna (2.489) e Sicilia (1.926).

L'enologia al femminile
Meno cantina e più vigna è però il messaggio che arriva dalle cantine di Sole Donne di Donatella Cinelli Colombini e dalla sua nuova enologa Valerie Lavigne. La prima azienda in Italia ad avere un organico direttammente in rosa. Sono donne, infatti, le cantiniere, gli addetti all'accoglienza turistica e al commerciale. Nelle cantine di Donatella Cinelli Colombini il lavoro si è concentrato soprattutto sui vigneti di Sangiovese e Foglia Tonda, un antico vitigno toscano. Il progetto dell'enologia al femminile comprende anche un Brunello di Montalcino selezionato da un panel di 4 assaggiatori, la la master of wine Maureen ashley, l'enotecaria di Stoccarda Astrid Schwarz, la presidente dei sommelier di Roma, Daniela Scrobogna e la Pr italo-americana Marina Thompson.

Una grappa da 120 litri
Altezza 2 metri, diametro 30cm, capacità 120 litrui: sono le misure della bottiglia di grappa più grande al mondo ed è stata presentata nel corso dell'inaugurazione del Vinitaly. A realizzarla la distilleria bottega di Bibiano di Godega sant'Urbano (Treviso) che ufficializzerà il record il 6 di giugno a Treviso assieme a quello di una maxi tavolata di 1.500 metri per 500 commensali. Per riempire la bottiglia ci vogliono diverse ore.