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Tramonta l'eroe buono

Colpa di genitori miopi che dicono sempre sì g

Bulli che soverchiano i coetanei, ragazzine che vendono foto osé per comprarsi la ricarica telefonica, 'sballati' a 12 anni, minorenni violenti che distruggono le macchine parcheggiate per riprendere tutto con il telefonino. "Sono i nuovi cattivi, che oggi vincono agli occhi dei coetanei", dice Paola Vinciguerra, psicologa e presidente dell'Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico). "E' cambiata - spiega - la visione del bene e del male".

"Nei film, alla televisione, nei videogiochi e di conseguenza anche nella realtà, il più forte non è colui che vince combattendo ingiustizie e soprusi - prosegue - Il più forte è quello più aggressivo, colui che gioca con la vita, che va in macchina contromano, insomma chi va contro le regole". E i primi cattivi esempi arrivano da certe star televisive, cantanti, attori la cui immagine negativa (uso di droghe, vita sregolata) attira fan e ammiratori. "Il bravo ragazzo, un tempo modello da imitare, oggi è il più impopolare del gruppo perché non sa essere forte, virile, prepotente" aggiunge la psicologa.

Molti ragazzi "sono depressi e poco stimolati. Perché sono abituati ad avere tutto e subito da genitori che accontentano ogni loro desiderio - sostiene la Vinciguerra - un po' per mitigare il senso di colpa che provano a non poter dedicare tanto tempo e attenzioni ai figli, un po' per sentirsi appagati". Insomma, sotto accusa ci sono proprio mamma e papà. Secondo la Vinciguerra "i giovani non hanno la minima idea di cosa significhi desiderare davvero una cosa, o della fatica per conquistarla. Così si sentono svuotati. Apatici. In questa situazione, il modo migliore per sentirsi vivi è fare cose al di fuori degli schemi, come sport estremi, nottate folli a base di alcol, passatempi rischiosi".

"La famiglia deve intervenire prima che il ragazzo assuma certi comportamenti di identificazione con modelli estremi e li faccia diventare una costante nella sua vita, un vero e proprio modo di essere - consiglia l'esperta - Purtroppo molti genitori sono incapaci di leggere nei figli". Cosa fare allora?

"Stare vicino ai ragazzi emotivamente, ossia parlando loro, cercando un dialogo continuo - raccomanda l'esperta - anche facendoli parlare di altre cose per capire cosa pensano. Non è facile, perché molti giovani reagiscono con il rifiuto, con la chiusura. Non bisogna smettere di tentare. Anche - conclude - quando ormai sembrano perduti".