Salone Internazionale del Mobile 2010


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Come progettare le emozioni e i desideri

Grande affluenza di pubblico, nonostante la nube islandese salone_mobile2_296

di Rita Piccolini

E’ stato come sfogliare un immenso catalogo il viaggio nei Saloni della Fiera di Rho Pero, dove si è svolta per sei giorni la kermesse dell’arredamento. Chilometri quadrati di cucine, bagni, lavabi, rubinetti, divani, tavoli, poltroncine e tutto ciò che può essere utile a esprimere se stessi attraverso gli oggetti di cui ci circondiamo.

Anche se è presto per un bilancio complessivo, la mostra si è conclusa soltanto ieri, si può già parlare di successo, nonostante la crisi che attanaglia l’intero settore, per il gran numero di visitatori che hanno affollato la fiera soprattutto nel fine settimana. Solo ieri sono stati registrati 32.000 ingressi, 2.000 in più rispetto allo scorso anno. E tra il pubblico non solo esperti e operatori , ma anche imprenditori, futuri sposi in cerca di idee, semplici curiosi, giovani. Moltissimi gli studenti di Architettura, Design e Ingegneria in giro con penna e taccuino negli spazi espositivi dei grandi: Kartell, Flou, Zanotta, Poliform, Molteni, Artemide, Schiffini, Snaidero, Scavolini, Berloni,solo per citarne alcuni. Del resto anche i padiglioni della Fiera hanno la firma prestigiosa di Massimiliano Fuksas. Grande affluenza anche al Satellite, per le proposte dei designer emergenti, quelli che hanno lanciato la collezione “Down Side Up”,di “Atelier F”, con sistemi di moduli in legno attraversati da fori, maniglie, ganci, lancette, o quelli dei progetti di design di “Fabrica”, per intenderci. Tra loro alcuni sono del 1985 e come la gran parte dei giovani mettono qualcosa di ironico e irriverente nel disegnare gli oggetti della quotidianità. Anche per loro, che sono il futuro, grande attenzione di addetti ai lavori e di pubblico.

Non nasconde la propria soddisfazione Carlo Guglielmi, presidente di Cosmit, che non si aspettava numeri da record a causa della congiuntura economica. E ci si è messa persino la nube del vulcano e la conseguente chiusura degli aeroporti a ostacolare gli arrivi. Ma tant’è, un successo del genere non era certo prevedibile alla vigilia dell’evento. C’è ottimismo tra gli operatori, anche se prevale ancora la cautela, perché la crisi economica non si può certo dire che sia alle porte. L’interesse è stato elevato, e gli ordini molti, certamente per la qualità dei prodotti esposti, ma anche per lo stile essenziale, rigoroso, dalle finiture eleganti, che sono un po’ la caratteristica degli oggetti proposti. Arredi che si possono definire “rassicuranti”, privi di grandi “effetti speciali”, ma adatti a rappresentare stili di vita reali, concreti, moderni.

Interesse anche per tutto ciò che è ”eco”, I paladini della sostenibilità hanno dimostrato, con le loro realizzazioni, che il design ecocompatibile non è solo un fatto di moda o uno slogan “furbo”, ma un progetto concreto che va incontro alle coscienze sempre più sensibili alle tematiche ambientali dei cittadini. C’è chi ha utilizzato materiali usati senza sottoporli a altri processi di lavorazione, c’è chi ha riciclato, c’è chi ha pensato di ridare nobiltà a materiali di scarto: ed ecco la cucina di Veneta Cucine prodotta con materiali completamente ecologici, o il tavolo disegnato per Glas formato da un piano realizzato con il recupero di strisce di cristalli di vari generi e colori. Lo ha disegnato Piero Lissoni e si chiama “The dark side of the moon” e il nome è già di per sé evocativo.

Milano è stata dunque il cuore del mondo creativo in questa settimana, riuscendo ad attrarre appassionati e operatori, tanti quanti quelli della settimana della moda, e forse anche di più. Del resto il confine tra il mondo della moda e quella del design, tra il corpo e l’ambiente in cui si vive è sempre più labile, entrambi parlano del nostro modo di stare al mondo. Ed ecco Armani, Versace, Prada, con le loro collezioni per la casa. E, per dirla con Giorgio Armani, il design dedicato a chi ”vive la dimensione abitativa come l’espressione più intima di se stesso”.

Migliaia di persone hanno affollato, oltre che ai Saloni veri e propri, anche le mostre di oggetti. Dai “sound system” ai sevizi da tavola, senza trascurare l”outdoor”, come se tutti avessero grandi terrazze o addirittura giardini da arredare. Forse in città un albero in vaso e una poltroncina in vimini fanno di un balcone un piccolo angolo di paradiso in cui sognare il verde, gli spazi aperti, il contatto con la natura. I designer che progettano le emozioni e i nostri desideri appunto.