Contraffazione, contrasto alla criminalità organizzata, controllo del territorio, polizia tributaria ma anche soccorso alpino. Tra le attività del Comando provinciale di Catania, coordinato dal generale Ignazio Gibilaro, vi è anche il Sagf, ovvero il soccorso alpino della Guardia di Finanza. Istituito nel 1975 nella stazione di Nicolosi, è impegnato in attività sull’Etna, che con i suoi 3350 metri, è il vulcano più alto d’Europa, e nelle catene montuose delle Madonie, Peloritani, Iblei, Erei e Nebrodi. L’attività del Sagf catanese si estende a tutta la Sicilia, alle isole minori, alla Calabria e a parte della Basilicata. Tra i compiti delle Fiamme gialle le operazioni di soccorso in montagna, il recupero di turisti dispersi, recupero in mare di navi distrutte dalle tempeste, il soccorso di escursionisti colpiti dalla lava durante le eruzioni dell’Etna. Ai comandi dell’ispettore capo Domenico Granata, gli uomini del Sagf di Nicolosi nello scorso anno soccorso 21 persone e recuperato 7 feriti e un morto. Tutte sull’Etna. La tecnica usata è la simbiosi tra elicotteri e personale specializzato. Si arriva sul luogo dell’intervento, si ispeziona il territorio, si iniziano le operazioni di recupero. A dirla così sembra uscito da un copione semplice.
A rendere difficile il lavoro delle Fiamme gialle vi sono incognite che non possono essere ignorate: il tempo, la conformazione del territorio, l’ostilità dell’Etna. Basti pensare al recupero di turisti quando, a causa del forte vento, viene chiusa la cabinovia. Portare in salvo persone da oltre tremila metri è rischioso. Ma, grazie ad una costante attività di esercitazione, “gli uomini Sagf” trovano la risposta alle insidie della natura.
Foto di Antonio Parrinello e di Alessandro Saffo